Milano riscopre l’ultimo dei simbolisti

26 Novembre 2015


La Galleria d’Arte Moderna di Milano porta avanti il programma di valorizzazione dei nuclei più significativi delle sue collezioni scultoree: stavolta il focus è su Adolfo Wildt, scultore milanese vissuto tra il 1868 e il 1931 – eletto dalla critica come l’ultimo dei simbolisti.

Dal 27 novembre al 14 febbraio 2016, saranno esposte 55 sculture in gesso, marmo, bronzo, accompagnate da una serie di disegni originali. Le opere di Wildt saranno accostate ad una selezione di opere realizzate tra il Settecento e il secolo scorso da artisti del calibro di Antonio Canova – presente in mostra con la Vestale – Fausto Melotti, Lucio Fontana e Arrigo Minerbi.

Organizzata con la collaborazione dei Musées d’Orsay et de l’Orangerie di Parigi, Adolfo Wildt (1868-1931). L’ultimo simbolista è un’occasione per scoprire l’opera del maestro milanese, il suo linguaggio plastico espressionista e colto, l’eleganza raffinata e neogotica delle sue forme scultoree, attraverso cui Wildt si fece interprete di “un’epoca stanca e ansiosa, credula e curiosa”, come scriveva il critico d’arte Ugo Ojetti.

La mostra è il fulcro di un percorso storico-artistico che interessa l’intera città di Milano: con l’obiettivo di valorizzare tutte le testimonianze dell’artista ancora esistenti nel tessuto urbano, è stato definito un itinerario tematico diffuso, grazie a una serie di visite guidate in collaborazione con il Touring Club Italiano e agli appuntamenti di approfondimento condivisi con il FAI, Fondo Ambiente Italiano.

[Immagine in apertura: Adolfo Wildt, GAM Galleria d’Arte Moderna di Milano]