La Parigi amata da Brassaï

29 Dicembre 2015

Veduta notturna su Parigi da Notre-Dame, 1933-1934 © Estate Brassaï

Non mancherà l’iconica silhouette della Tour Eiffel, come immancabilmente riconoscerete volti e pose di personaggi che hanno fatto la storia, dell’arte e di Parigi in particolare, da Picasso a Kiki de Montparnasse.
Eppure, nelle fotografie scattate da Brassaï nella Villa Lumière degli anni Venti e Trenta, scoprirete tante ombre quante sono le luci della leggendaria metropoli.

È un amore particolare, quello che lega lo scrittore, fotografo e cineasta Gyulus Halasz alla sua città d’adozione. Una passione senza riserve, la sua, che gli permette di osservare e inquadrare Parigi al di fuori degli stereotipi che già allora era facile ne restituissero un’immagine “da cartolina”.

In mostra al Palazzo Ducale di Genova fino al prossimo 24 gennaio, i 250 scatti vintage dell’esposizione Brassaï, pour l’amour de Paris restituiscono una città viva e vissuta dall’autore, incredibilmente moderna e anticipatrice di tendenze che tuttora certa parte della società fatica a riconoscere come proprie della nostra epoca.

Difficile, infatti, non restare colpiti nello scoprire che la capitale francese degli anni Trenta era una città in cui il cosmopolitismo aveva già trovato cittadinanza, dove uomini e donne di etnie differenti si incontravano nei locali per ballare guancia a guancia; una metropoli in tutto e per tutto, le cui vie sono illuminate a giorno anche nel cuore della notte.
Da luci artificiali che diradano i vapori della Senna per mostrare uno di quei graffiti che Brassaï andava cercando – e documentando – con tenace insistenza. Teschi e uccellini incisi nell’intonaco con un’attititudine sintetica e gestuale – ancora una volta – anticipatrice di molte tendenze street del secondo Novecento.

[Immagine in apertura: Brassaï, Veduta notturna su Parigi da Notre-Dame, 1933-1934 © Estate Brassaï]