L’architettura sociale che vince il Turner Prize

9 Dicembre 2015


Il premio più famoso del Regno Unito si apre all’interdisciplinarietà, abbattendo i rigidi confini tra i singoli ambiti artistici. L’edizione 2015 del Turner Prize ha visto infatti trionfare non un artista visivo in senso stretto, bensì il collettivo di architettura londinese Assemble, che si è aggiudicato l’ambito riconoscimento grazie a un progetto di riqualificazione urbana pensato per Toxteth, un sobborgo di Liverpool.

Formato da ragazzi tra i 26 e i 29 anni, il collettivo inglese è il più giovane soggetto a essersi aggiudicato il prestigioso premio, ricevendo le 25mila sterline in palio dalla co-fondatrice dei Sonic Youth e artista Kim Gordon. La giuria del premio, ospitato per la prima volta in Scozia, era presieduta dal nuovo direttore della Tate Britain, Alex Farquharson, e composta da Alistair Hudson, direttore del Middlesbrough Institute of Modern Art, dal critico e curatore Jan Verwoert, da Joanna Mytkowska, direttrice del Museo d’Arte Moderna di Varsavia, e da Kyla McDonald, direttore artistico del Glasgow Sculpture Studios.

Il progetto vincitore utilizza l’arte e il design per migliorare le condizioni abitative e la qualità di vita dei residenti nel complesso di case a schiera noto come Granby Four Streets, a Liverpool.
In occasione del Turner Prize, i membri di Assemble hanno creato uno showroom di prodotti ricavati da rifiuti edili e realizzati da un’impresa sociale istituita dal collettivo, impiegando nove residenti del sobborgo inglese.