I più famosi “makers” di Cremona

23 Gennaio 2016

MIM mostra stradivari violin maker cremona liuteria

Antonio Stradivari e la liuteria cremonese tutta sono stati determinanti, nell’evoluzione della musica occidentale sin dal Cinquecento. Creatori di preziosissimi strumenti, veri e propri capolavori di alto artigianato, i liutai e le loro opere sono in mostra – fino al prossimo giugno – presso il MIM – Musical Instrument Museum di Phoenix, negli Stati Uniti.

Già il titolo dell’esposizione – Stradivarius: origins and legacy of the greatest violin maker – fuga ogni dubbio interpretativo: Stradivati è stato il più grande liutaio della storia. Proprio al network friends of Stradivati – e alla collaborazione del Museo del Violino di Cremona – la mostra in Arizona porta all’attenzione del pubblico statunitense alcuni oggetti semplicemente straordinari, e questo prima ancora che si possa ascoltarne il suono celestiale.

Lo strumento più antico presente al MIM è un Andrea Amati, del 1566 circa, ovvero uno dei primi violini mai realizzati. Anche nei secoli a seguire, Cremona costituirà un richiamo irresistibile per i più valenti liutai, a cominciare proprio da Antonio Stradivari di cui sono stati esposti il violino Principe Doria (1734) e Artôt-Alard, di poco precedente.

Oltre a esporre le creazioni, la mostra riesce a ripercorrere tutte le fasi di lavorazione, grazie a una serie di contributi multimediali per lo più registrati proprio in Italia.
I visitatori vengono quindi portati idealmente prima in Val di Fiemme, dove crescono gli “abeti di risonanza” (il cui legno pregiato è la materia prima dei violini) e quindi nelle botteghe liutarie cremonesi, dove il legno diventa strumento musicale. Il viaggio non dimentica un passaggio alla corte di Caterina de’ Medici e nei laboratori scientifici, dove i ricercatori cercano di comprendere  le caratteristiche materiali e immateriali del suono del violino.