Uno studio d’artista sul tetto di Amsterdam

15 Febbraio 2016


In cima alla piccola torre degli storici grandi magazzini De Bijenkorf, nel cuore di Amsterdam, è stato di recente allestito anche un originale centro di produzione artistica. Room On The Roof – letteralmente, la stanza sul tetto – è il romantico nome della residenza d’artista inaugurata dalla location commerciale, di concerto con il Rijksmuseum di Amsterdam: uno studio in soffitta di memoria bohémien e modernissima concezione architettonica, che vedrà come suo primo ospite Maarten Baas. A lui seguiranno artisti olandesi e internazionali, invitati a sviluppare i loro progetti nella “stanza”, spaziando dalla danza alla light art.

Oltre a essere un punto d’osservazione privilegiato sulla sottostante piazza Dam, centro nevralgico della città, Room On The Roof offre una vista panoramica di tutta Amsterdam – con tanto di telescopio già incluso nell’attrezzatura dello studio. Un rapporto, questo con l’esterno, che nelle intenzioni del programma di residenza trova la sua naturale conclusione nel momento in cui l’artista ospite “restituisce” alla comunità gli spunti da cui ha tratto ispirazione, condividendo i risultati della sua ricerca. Attraverso esposizioni allestite nelle vetrine o installazioni all’interno di De Bijenkorf, lo stesso centro commerciale vuole porsi in sostanza come una location culturale, sia per la produzione sia per la fruizione di contenuti creativi.

Già gli interni dello studio, realizzati dagli olandesi di i29, sono a tutti gli effetti un piccolo saggio di innovazione. I progettisti sono andati oltre le funzioni primarie cui lo spazio deve assolvere – sia in quanto abitazione sia come luogo di lavoro: giocando con più livelli, dimensionali e percettivi, Room On The Roof diventa un’esperienza, non priva di salti di scala e relativi spiazzamenti. Da una parte abbiamo un’installazione verticale realizzata in legno, i cui volumi ospitano una scrivania, un ripostiglio, un’area per il riposo e via dicendo; funzioni letteralmente impilate le une sulle altre che rendono la struttura una sorta di “armadio vivente” e permettono di esperire la torre dal piano terra al soffitto, un livello dopo l’altro. Il cambio di prospettiva non funziona soltanto in riferimento alla struttura, dal momento che tutti i piani offrono altrettanti, diversi punti di osservazione della realtà esterna allo studio.

A moltiplicare assi e scorci, intervengono infine due ulteriori elementi rispetto alla struttura in legno, cui si contrappongono anche attraverso il colore. Sull’altro versante dell’installazione verticale, infatti, i progettisti olandesi hanno concepito un unico spazio bianco, alla cui colorazione si uniformano anche i pochi arredi presenti in basso. Unica interruzione visiva di questo luminoso volume è l’ultimo inserto previsto da i29: una scala elicoidale dipinta di nero, la cui sinuosa elevazione aggiunge il tocco finale a questa rivisitazione contemporanea di un universo fantastico e multi-dimensionale.

[Immagine in apertura: photo by Ewout Huibers]