L’immagine contemporanea della Spagna

10 Febbraio 2016


La pittura è morta, si va dicendo ormai da un secolo. Da quando, cioè, le Avanguardie storiche – Dadaismo in testa – hanno aperto la strada ad altre tecniche artistiche, che invece di rappresentare il mondo hanno l’ambizione di ri-crearlo. In assoluta controtendenza con questa poetica, i realisti di Madrid – in mostra fino a maggio nella capitale spagnola, presso il Museo Thyssen-Bornemisza.

Dipinti, ma anche sculture, sono tornati proprio in quella città dove hanno visto la luce. Sette gli artisti presenti nel percorso espositivo con le loro opere; un gruppo coeso, che dagli anni Cinquanta ha condiviso non soltanto formazione accademica e tendenza poetica, ma spesso ha stretto legami interni a livello personale e familiare. Ai lavori di Antonio López García si affiancano quelli della moglie, María Moreno; sono fratelli gli scultori Julio López Hernández e Francisco; rispettivamente, sposati alle pittrici Esperanza Parada e Isabel Quintanilla (di cui vediamo il dettaglio di un dipinto, in apertura); completa l’elenco degli autori Amalia Avia, che era sposata all’artista Lucio Muñoz.

Proprio per valorizzare lo spirito comunitario che ha contraddistinto questo movimento, la mostra madrilena presenta i realismi come un gruppo, invece di privilegiarne i singoli stili. Le circa 90 opere in mostra – tra dipinti e sculture, rilievi plastici e disegni – sono state accostate le une alle altre in modo da evidenziare tangenze nei soggetti e nell’approccio a temi iconografici già cari all’arte spagnola, come la natura morta.
Subito percepibile è la sensazione di straniamento prodotto dalle raffigurazioni dei materialisti spagnoli: un universo quotidiano e familiare, eppure imbevuto di mistero e malinconia. Chiaro recupero di altre tendenze figurative passate, dalla pittura metafisica al Surrealismo novecenteschi, fino a raggiungere a ritroso la potenza allegorica delle scene di genere di epoca moderna.