La cultura Otaku di Takashi Murakami, tra robot e anime

27 Giugno 2016

Takashi Murakami, Jellyfish Eyes, litografia offset a colori, firmato e numerato, 300 esemplari, 50x50cm, 2013

Si intitola Takashi Murakami: un Otaku Superdeep la mostra che si appresta ad aprire i battenti in una delle più note gallerie milanesi. Curata da Christian Gancitano negli spazi della galleria Deodato Arte, l’esposizione propone una ricca serie di litografie e stampe a tecnica mista realizzate nell’ultimo decennio dall’artista nipponico conosciuto in tutto il mondo.

La trentina di opere esposte regala una panoramica sulla recente produzione di Takashi Murakami, dagli iconici Flowers fino alle opere più astratte, impregnate della subcultura giapponese. A esse si aggiunge una speciale sezione dedicata ai mecha – i mastodontici robot della letteratura fantastica – a sottolineare il forte legame della poetica di Murakami con le culture Otaku, legate al mondo dei manga e degli anime.

Stampe e litografie evocheranno l’estetica Superdeep, introdotta da Murakami miscelando i caratteri tipici dell’arte giapponese tradizionale e l’immaginario feticista e consumistico della società di massa, dove anime e manga giocano un ruolo essenziale. Accanto al maestro andranno in mostra i giovani Tomoko Nagao, Hiroyuki Takahashi, Hikari Shimoda e la fotografa Hitomi Maehashi.

[Immagine in apertura: Takashi Murakami, Jellyfish Eyes, litografia offset a colori, firmato e numerato, 300 esemplari, 50x50cm, 2013]