Gli edifici di Le Corbusier sono Patrimonio Mondiale UNESCO

18 Luglio 2016

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​Da l’Unité d’habitation de Marseille – la cosidetta Cité Radieuse – al Complexe du Capitole di Chandigarh, in India; dal National Museum of Western Art di Tokyo a Casa Curutchet a La Plata, Argentina: sono questi alcuni dei 17 interventi dell’architetto franco-svizzero Le Corbusier​ ​iscritt​i nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

L’organismo dell’ONU che tutela e diffonde scienza, educazione e cultura ha così ritenuto degne dell’inserimento nella prestigiosa lista una serie di opere che Charles-Edouard Jeanneret-Gris – questo il nome di battesimo del progettista, che nel saggio del 1923 Vers une architecture formulò i celebri “cinque punti dell’architettura moderna” – realizz​ò nel corso di un cinquantennio, in tutto il mondo.
Belgio, Svizzera, Germania, Francia, Argentina, India e Giappone sono dunque i sette Paesi che da oggi accrescono la propria dotazione di siti UNESCO, grazie a testimonianze architettoniche in grado di qualificarsi come assolute novità sul fronte della progettazione, oltre che come ​diretti ​antesignani di quella tendenza, ormai consolidata nel panorama contemporaneo, che ha reso l’architetto ​una figura ​pienamente transnazionale.

Attraverso questi edifici, come indica la motivazione ufficiale, Le Corbusier “ha apportato un contributo fondamentale al Movimento Moderno, una corrente che tra il 1910 e il 1960 diede il via a un dibattito globale sulla funzione dell’architettura, creò un nuovo linguaggio architettonico e sviluppò le tecniche di costruzione cercando di rispondere alle esigenze della società moderna.” La sua opera dunque “rappresenta un approccio innovativo in termini di spazi e progettazione che ha esercitato grande influsso sull’edilizia in molte parti del mondo“.

In passato i due tentativi intrapresi dalla Francia e da altri paesi di iscrivere le opere dell’architetto, urbanista, pittore e teorico della disciplina – ancora oggi figura di assoluta ispirazione e modello per migliaia di professioni nei cinque continenti – non erano andati a buon fine: pur non avendo mai sottovalutato “il valore universale eccezionale dell’opera di Le Corbusier“, l’UNESCO si era fin qui espresso con un’opinione negativa, invitando a perfezionare il dossier di candidatura. Una scelta cambiata nel corso dello scorso fine settimana, quando ad Istanbul la 40esima sessione dell’Assemblea delle Nazioni Unite ha dato il via libera a questa e altre 20 iscrizioni, con una notevole prevalenza di siti a interesse archeologico e naturalistico.