Giulio Cesare a processo

9 Agosto 2016

scultura giulio cesare

Una leggenda vuole che, nell’anno 49 a.C., Giulio Cesare di ritorno dalla Gallia aveva sì attraversato il Rubicone con le sue legioni, ma prima di far marcia su Roma si sia fermato in Romagna, per la precisione dove ora sorge la Torre-Villa Torlonia.
In questo luogo, nell’antichità doveva esserci un tempio dedicato a Giove, cui il sommo condottiero chiese consiglio prima di scrivere uno dei più importanti capitoli della storia occidentale.

Proprio nelle stesse terre, a distanza di oltre 2mila anni la sera di mercoledì 10 agosto Giulio Cesare verrà “processato”: sarà lui, il personaggio storico al centro dell’acceso Processo che, come di consueto, si tiene a San Mauro Pascoli.
A confrontarsi – secondo la tradizione dei pubblici processi promossi da Sammauroindustria – saranno una difesa (affidata a Luciano Canfora e Cristina Ravara Montebelli) e un’accusa (composta da Giovanni Brizzi e Paolo Turroni), con il verdetto emesso dal pubblico presente.

Lo storico dell’ateneo bolognese Giovanni Brizzi vede in Giulio Cesare – come già lo definì Theodor Mommsen – ‘l’uomo totale e perfetto’. Insensato, a suo dire, condannare il dictator sulla base di idee politiche contemporanee.
Al contrario, Luciano Canfora ritiene davvero “difficile riscattare la memoria di un uomo assassinato perché reputato tiranno e inventore, nella costituzione romana, di una innovazione pericolosissima come la dittatura a vita”.
Pollice su o giù? Al pubblico l’ardua sentenza!