Il neoespressionismo di Marcus Jansen, dagli Stati Uniti a Milano

29 Agosto 2016


Mancano pochi giorni all’avvio del tour espositivo internazionale che, dall’Italia a New York, renderà omaggio al talento di Marcus Jansen, pittore neoespressionista americano impegnato da anni in una profonda riflessione sullo straniamento dell’uomo contemporaneo nei confronti della realtà in cui è immerso.

Allestita alla Triennale di Milano dal 3 al 21 settembre, DECADE rappresenta la prima tappa di un viaggio nel tempo che ricostruisce gli ultimi dieci anni di produzione di Jansen. Riunendo dodici tele di grande formato realizzate a partire dal 2013, la mostra meneghina è la prima tappa di un itinerario che toccherà, nei mesi successivi, la Germania e New York, intrecciando i fili di una carriera esplosa nel 2006.

Fu allora che l’artista, classe 1968, ottenne la consacrazione al successo mondiale in seguito alla pubblicazione del volume Modern Urban-Expressionism. Formatosi nell’ambiente della street art, durante la propria maturazione creativa Jansen ha guardato ai grandi maestri americani del secolo scorso – da Pollock a De Kooning e Gorky – vivendo, in parallelo, anche l’esperienza del fronte, durante la Prima Guerra del Golfo.

Vivere da vicino le complessità di un conflitto bellico ha accentuato l’indagine dell’artista sulla condizione dell’uomo contemporaneo e sull’influenza esercitata dalla politica e dalle dinamiche sociali nei confronti del singolo. La pittura di Jansen, ritraendo lo smarrimento dell’individuo, trasforma la storia di quest’ultimo in una narrazione universale, espressa attraverso una pittura che non concede spazio all’illusione.

[Immagine in apertura: Marcus Jansen, Orwellian infiltration 178×360 cm, mixed media on canvas, 2013]