Dalla Francia all’Italia, la grande pittura è in mostra a Rovigo

15 Settembre 2016


È una rassegna destinata a superare confini geografici e stilistici quella che debutterà negli ambienti di Palazzo Roverella il prossimo 17 settembre. Fin dal titolo – I Nabis, Gauguin e la pittura italiana d’avanguardia – la mostra curata a Rovigo da Giandomenico Romanelli evoca l’idea di un percorso denso di storie, anticipatrici di mode e tendenze.

Fino al 14 gennaio 2017, la sede espositiva veneta riunirà un centinaio di opere – che includeranno famosi capolavori e dipinti meno noti – inserite in una linea temporale e geografica tesa fra la Bretagna e la Laguna veneta, passando per Parigi. Una trama di legami e rimandi offrirà al pubblico un punto di osservazione privilegiato su un’epoca artistica di grande fermento.

Cuore pulsante di una creatività in cerca di stimoli sempre nuovi, il territorio bretone accolse Paul Gauguin, che giunse a Pont Aven nel 1888. Lo stile del pittore fu di grande ispirazione per i giovani artisti riuniti in Bretagna all’interno di una comunità dedita al recupero di una dimensione essenziale e primitiva, poi confluita nell’eccezionale esperienza dei Nabis, punto di avvio del Fauvismo prima e dell’Espressionismo in seguito.

La medesima adesione a scelte coloristiche intense e a una potente immediatezza formale si ritrova, superato il confine, anche in terra italiana. Le sezioni della mostra metteranno in luce un efficace parallelismo tra la poetica di Gauguin e quella di Gino Rossi e Arturo Martini, sullo sfondo di Venezia. Fra i protagonisti della rassegna rodigina spiccano anche i destinatari di una simile eredità artistica, come i francesi Paul Sérusier, Émile Bernard, Paul Elie Ranson e Maurice Denis, gli svizzeri Cuno Amiet e Felix Vallotton e gli italiani Felice Casorati, Oscar Ghiglia, Cagnaccio di San Pietro, Mario Cavaglieri.

[Immagine in apertura: Bernard Emile, Bretonnes au goémon, Saint-Germain-en-Laye, Musée Maurice Denis – Le Prieuré Photo (C) RMN-Grand Palais / Benoît Touchard]