Tancredi, l’artista di Peggy Guggenheim

9 Novembre 2016


È un ritorno simbolico alle origini quello celebrato dalla rassegna espositiva che sta per aprire i battenti alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Dal 12 novembre al 13 marzo 2017, La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba. Tancredi. Una retrospettiva, a cura di Luca Massimo Barbero, accenderà i riflettori su uno degli artisti nostrani più apprezzati da Peggy Guggenheim.

Originario di Feltre e scomparso a Roma nel 1964, Tancredi Parmeggiani è uno dei più originali rappresentanti della pittura italiana novecentesca. Dalle sperimentazioni astratte degli esordi fino alla completa revisione del suo stile in senso esistenziale e politico a fronte degli eventi bellici che dominarono la sua epoca, Tancredi fu in grado di interpretare il proprio tempo attraverso una vulcanica creatività.

Tutto ciò gli valse la stima di Peggy Guggenheim, che gli offrì un contratto, promuovendone l’opera, facendola conoscere a musei e collezionisti internazionali e dedicandole anche un serie di mostre, come quella allestita in Laguna, nel 1954, tra le sale del Palazzo Venier dei Leoni il quale, dopo oltre sessant’anni, torna nuovamente ad accogliere i lavori di Tancredi.

Più di 90 opere danno vita a una retrospettiva che descriverà il percorso, fulmineo ma intenso, compiuto dall’artista durante la sua carriera. Per la prima volta dai tempi di Peggy Guggenheim, saranno esposti alcuni capolavori donati dalla mecenate a importanti musei americani come la Primavera, proveniente dal MoMA di New York e Spazio, Acqua, Natura, Spettacolo, in prestito dal Brooklyn Museum. Non mancheranno un focus sulla risposta pittorica di Tancredi al clima della Guerra Fredda e una panoramica sui Diari paesani e i Fiori dipinti da me e da altri al 101%, i rivoluzionari collage-dipinti realizzati da Tancredi negli anni Sessanta.

[Immagine in apertura: Tancredi Parmeggiani davanti a una sua opera, ritratto da Ugo Mulas nel 1961]