Le sculture di Eliseo Mattiacci in dialogo con il Mart di Mario Botta

13 Dicembre 2016

Eliseo Mattiacci, Locomotiva, 1964, particolare. Foto: Mart, Jacopo Salvi

Sempre più intenso e coinvolgente, il programma espositivo del Mart di Rovereto chiude il calendario del 2016 con un evento destinato a lasciare il segno. Fino al 12 marzo 2017, le sale del museo trentino accoglieranno il dialogo tra le opere della collezione permanente e i capolavori di Eliseo Mattiacci, cui è intitolata la mostra.

Con la curatela di Gianfranco Maraniello, l’esposizione chiude il cerchio su una trilogia che, dopo altri due maestri del genere – Giuseppe Penone e Robert Morris – presenta al pubblico un talento indiscusso della disciplina scultorea italiana. Arte e architettura tornano dunque a incontrarsi, dando vita a un dialogo serrato tra le opere e lo spazio progettato da Mario Botta.

Classe 1940, Eliseo Mattiacci ha conquistato la ribalta del panorama creativo nazionale fin dagli anni Sessanta, grazie a uno stile fortemente iconico, in grado di superare i limiti delle convenzioni e di destrutturare i paradigmi dominanti. Attraverso una selezione di lavori per lo più di grandi dimensioni, la retrospettiva ripercorre l’intera evoluzione dell’artista, offrendo al pubblico l’opportunità di ammirare opere raramente allestite, o mai esposte, in un museo.

Oltre ad alcune installazioni dal grande impatto visivo – come Locomotiva, Motociclista e Piattaforma esplorativa – la mostra riunisce anche una ventina di disegni che fanno da contrappunto alla monumentalità installativa. Eseguiti ricorrendo soprattutto a inchiostro e grafite, i disegni non sono studi preparatori, ma testimoniano un insieme di suggestioni e idee legato all’affascinante immaginario dell’artista.