Roma conquistata dall’Onda di luce di Giacomo Balla

25 Febbraio 2017


Istituzione scelta da Elica e Luce Balla, figlie di Giacomo Balla, come destinataria di una serie di donazioni di opere del noto artista, la Galleria Nazionale di Roma ospita la mostra Un’onda di luce. Per la prima volta nella sua storia, il museo capitolino sceglie infatti di dedicare un appuntamento espositivo al consistente nucleo di opere di Giacomo Balla che appartengono alla propria collezione.

Fino al 26 marzo prossimo, la rassegna curata da Stefania Frezzotti ripercorre l’articolata parabola dell’artista, a partire da un motivo ricorrente in tutta la sua produzione. Come evocato dal titolo, preso in prestito da un dipinto eseguito nel 1943, la luce è stata sempre intesa da Balla come un valore assoluto, autentica “linfa vitale dell’immagine”.
Un interesse, il suo, che si riflesse nella ferrea volontà di indagarla e rappresentarla nel suo scomporsi e ricomporsi nello spazio e nel movimento. Non a caso l’artista scelse per la figlia maggiore proprio il nome di Luce.

Il percorso espositivo ricompone la vicenda delle donazioni e affianca testimonianze del periodo divisionista a capolavori legati all’esperienza futurista.
In particolare, nel corpus dei 35 dipinti concessi da Elica e Luce nel 1984, emergono lavori di grande rilievo. È il caso de La pazza, del 1905, dal Polittico dei viventi e di Affetti, del 1910. Appartengono a questa fase anche le due tavolette delle Compenetrazioni iridescenti, del 1912; gli studi sulla velocità, le Dimostrazioni interventiste, del 1915 che vanno a unirsi ai dipinti degli anni Venti di ispirazione spiritualista e agli esiti dell’ultima produzione figurativa, meritevole di ulteriori studi e approfondimento.

Infine, in Un’onda di luce viene presentato destinataria un ulteriore gruppo di opere, frutto della selezione compiuta negli anni Novanta da Maurizio Fagiolo dell’Arco, su incarico di Luce Balla. Tra gli altri lavori, questa acquisizione più recente comprende lo schizzo Appunti dal vero sul quadro “Fallimento”, del 1902; Ritmi di un violinista, del 1912, e il progetto di allestimento per Villa Borghese. Parco dei Daini, il grande polittico acquistato nel 1962 dall’ambasciatore Cosmelli.