Profughi di plastica approdano a Praga, con Ai Weiwei

16 Marzo 2017


Dopo l’acclamata retrospettiva Ai Weiwei. Libero, ospitata nel cuore di Firenze, e il più recente annuncio relativo alla lavorazione del corto Human Flow, il controverso artista cinese torna a far parlare di sé. Alla National Gallery of Prague, infatti, resterà aperta fino al 7 gennaio 2018 la mostra Ai Weiwei: Law of the Journey. 

L’esposizione, che costituisce l’esordio assoluto per l’artista nella Repubblica Ceca, si inserisce nel filone degli interventi legati alla drammatica escalation della crisi umanitaria, con il conseguente afflusso in Europa di migliaia di rifugiati dall’Africa e dal Medio Oriente. Nel nuovo progetto, Ai Weiwei non mitiga la propria azione di denuncia, ricorrendo, come già avvenuto in altre recenti opere, a un linguaggio forte.

In questo caso, affida il proprio sentimento di preoccupazione verso un fenomeno che non accenna a diminuire a 258 manichini di plastica, provocatoriamente privi di volto. Riunite insieme queste figure, simbolicamente riconducibili ad altrettanti profughi, formano una “schiera umana” estesa per circa 70 metri.
A fornire l’espediente per affrontare di nuovo questo tema sarebbe stata la cronaca recente. Mentre la Repubblica Ceca, infatti, manifesta un atteggiamento di riluttanza nell’accettazione dei profughi provenienti dall’Italia e della Grecia, la vicina Austria ha proposto il taglio dei sussidi dell’Unione Europea agli stati membri che rifiutino di partecipare al programma di trasferimento dei rifugiati.

Nel corso del 2016 e del 2015, oltre alla già citata mostra in Italia, Ai Weiwei ha concentrato quasi interamente il proprio lavoro in azioni a sostegno dei diritti umani dei rifugiati e nella documentazione della loro tragica condizione. A Vienna, la scorsa estate aveva proposto la mostra Translocation-transformation, accompagnata da un’installazione galleggiante nello stagno del Belvedere.