In viaggio nel Seicento, da Caravaggio a Bernini

12 Aprile 2017


Una grande mostra, al via alle Scuderie del Quirinale di Roma il 14 aprile, riannoda i fili della memoria gettando nuova luce sulle sinergie, politiche e culturali, tra la corte spagnola e gli Stati italiani nel corso del XVII secolo. Curata da Gonzalo Redín Michaus e aperta fino al 30 luglio 2017, Da Caravaggio a Bernini. Capolavori del Seicento italiano nelle collezioni reali di Spagna ripercorre le relazioni tra i vari territori rivelando il contributo di alcuni grandi artisti: la loro fama e le loro opere definirono il gusto dell’epoca.

I dipinti e le sculture in mostra attestano l’interesse dei sovrani spagnoli per l’arte italiana, spesso convogliato in affidamenti diretti alle personalità provenienti dal Bel Paese. Alla popolarità di queste figure contribuirono spesso gli stessi governanti di base in Italia, come testimoniano due dei capolavori esposti.  Lot e le figlie di Guercino e La conversione di Saulo entrambi eseguiti da Guido Reni vennero infatti donati a Filippo IV dal principe Ludovisi per assicurare, sul minuscolo Stato di Piombino, la protezione spagnola.

In questo dialogo tra le due aree del Mediterraneo, non mancano autori di assoluto rilievo. Per l’occasione, dal Palacio Real di Madrid è arrivato a Roma Salomè con la testa del Battista di Caravaggio (nell’immagine in apertura); dal Monastero dell’Escorial è stato concesso l’olio su tela La tunica di Giuseppe di Diego Velázquez. Per quest’ultimo, la permanenza in Italia tra il 1629 e il 1630 costituì un passaggio fondamentale; il dipinto esposto alle Scuderie, contraddistinto anche dal notevole sviluppo nelle dimensioni, testimonia le influenze ricevute dall’incontro con l’arte classica e la pittura italiana moderna. In seguito, Velázquez avrebbe di nuovo soggiornato in Italia, operando presso la corte pontificia tra il 1649-1650.
Stesso destino anche per José de Ribera: giunto a Roma nel 1606, trascorse la maggior parte della sua vita a Napoli. Nella mostra capitolina la sua produzione è documentata attraverso cinque capolavori, tra cui il Giacobbe e il gregge di Labano.
Tra gli italiani che operarono oltre i confini nazionali, l’esposizione si concentra sulla figura del napoletano Luca Giordano: operò in Spagna per un decennio, su invito della corte stessa.

Un rilevante nucleo di opere esposte in Da Caravaggio a Bernini. Capolavori del Seicento italiano nelle collezioni reali di Spagna è parte integrante del fondo collezionistico del “Patrimonio Nacional” spagnolo. A porre le basi per la sua costituzione fu la Regina Isabella II; nel 1865 scelse di rinunciare alla proprietà personale dei beni ereditati dai propri antenati, affidandone la gestione allo Stato cui, ancora oggi, spetta la loro conservazione.