Le fotografie di Maria Gruzdeva, prima vincitrice del Premio Basilico

16 Aprile 2017

Maria Gruzdeva, dalla serie La canzone di Tkvarcheli, Premio Basilico 2017

Lo scorso 13 aprile, si è conclusa ufficialmente la prima edizione del Premio Basilico, riconoscimento internazionale dedicato alla fotografia di architettura e paesaggio, intitolato naturalmente alla memoria del più grande autore italiano specializzato in questo specifico soggetto, Gabriele Basilico. Su iniziativo dello Studio, dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Milano e della Fondazione Studio Marangoni, il premio biennale raccoglie l’eredità del Maestro – scomparso nel 2013 – promuovendo l’attività di giovani under 35 proprio in quest’ambito.

Presso la Fondazione Riccardo Catella, che fino al 29 aprile ospiterà in mostra gli scatti della serie vincitrice del Premio, è possibile così osservare La canzone di Tkvarcheli, opera della russa Maria Gruzdeva che si è distinta in questa edizione a cui hanno preso parte ben 42 autori, provenienti da 28 Paesi e 5 continenti, indicati da 29 selezionatori internazionali. Il Premio ha appunto sostenuto il progetto di Maria Gruzdeva, aiutandola finanziariamente a compiere la sua ricerca in vista di questa esposizione e della relativa pubblicazione del libro fotografico.

La fotografa ha indagato la città che dà il titolo alla raccolta di immagini in mostra; una ex “carbon town” dell’epoca sovietica che ora si è ridotta al fantasma di se stessa. Quello ritratto da Maria Gruzdeva è una sorta di scenario post-apocalittico, dove l’unico indizio concreto del ruolo strategico rivestito da Tkvarcheli in passato è la sua architettura: “Oggi sorge in luoghi che hanno perso la loro forza – gli spessi muri in pietra sono coperti di muschio e i pilastri sono avvolti dall’edera – ma questo non fa che sottolinearne l’importanza, come se gli edifici fossero i resti di un’antica civiltà, misteriosa e irraggiungibile“, commenta l’autrice.