Sky Arte Festival: arrivano a Napoli le Muse Inquietanti di Carlo Lucarelli

29 Aprile 2017


Nel ricchissimo calendario di incontri e iniziative in programma al Museo Pignatelli di Napoli, in occasione della prima edizione dello Sky Arte Festival, non poteva mancare un appuntamento con il Maestro del mistero, autore e conduttore di uno dei più originali – e fortunati, in quanto a successo – programmi di Sky Arte HD.
Stiamo naturalmente parlando di Carlo Lucarelli, scrittore e narratore anche sul piccolo schermo dei più avvincenti casi irrisolti ed eventi drammatici della storia, anche remota, tra cronaca e fiction.

Proprio due focus già affrontati nel corso della trasmissione in onda su Sky Arte HD saranno al centro del live di Lucarelli, in programma nella villa partenopea il prossimo sabato 6 maggio, dalle ore 15. Le Muse Inquietanti Live prenderà il via con Artemisia Gentileschi, una delle figure femminili più celebri della storia dell’arte. Sebbene nel Seicento non fosse facile per una donna vedere riconosciuto il proprio talento creativo, Artemisia Gentileschi fu capace di difendere il suo valore fin dall’adolescenza.  Figlia di un pittore, imparò il mestiere d’artista nella bottega del padre, dimostrando grande maestria già a 17 anni.
Eppure le vicende di Artemisia passarono alla storia soprattutto per il processo per stupro che la vide coinvolta come vittima. La Gentileschi è stata una delle prime donne al mondo a trovare la forza di denunciare il proprio carnefice, trascinandolo in tribunale, incurante della generale ostilità riservatale dai suoi concittadini e perfino da suo padre, che testimoniò contro di lei. La causa fu persa, ma l’esempio di Artemisia si trasformò ben presto in un simbolo di coraggio per le donne delle generazioni successive.

Torneremo invece ai giorni nostri parlando di Chet Baker che, nella notte del 13 maggio 1988, cadde da una finestra del secondo piano di un albergo di Amsterdam. La sua morte venne classificata come incidente, l’ipotesi più probabile, ma il mistero resta: era sotto effetto di droghe oppure fu indotto a buttarsi dall’ennesimo spacciatore verso il quale era in debito? Fu suicidio, oppure fu spinto dal proprietario dell’albergo per nascondere una morte per overdose?
Un mistero dove – qualunque sia l’ipotesi – sono gli stupefacenti i più probabili colpevoli, un po’ come in tutta l’esistenza del grande trombettista jazz. Una vita fatta di potenti contrasti tra luce e ombra, di incredibile successo e momenti di oblio. Una vita spesso definita “maledetta”, all’opposto della sua musica considerata “celestiale”. Un suono unico, che poco aveva a che fare con la tecnica e molto, invece, con l’intuito.