Betty Page rivive a Milano, in una mostra fotografica

9 Maggio 2017


Sono state per lungo tempo attribuite a Irving Klaw, le fotografie che costruirono il mito, ancora oggi immortale, di Betty Page. Autrice degli scatti fu invece la sorella dell’artista, Paula, vera artefice in sala di posa di immagini scabrose, destinate a sollecitare “un pubblico voglioso di erotismo esplicito“.

Una selezione dei ritratti raffiguranti la più celebre pin-up di sempre – al secolo Bettie Mae Page, scomparsa a 85 anni nel 2008 – sono in mostra a Milano, alla galleria Expowall in occasione del Photofestival 2017.
L’esposizione Scabrosa e sorridente Betty Page, visitabile fino al 27 maggio prossimo, riunisce immagini scelte all’interno di una raccolta di quasi 500 fotografie, restituendo uno spaccato del costume statunitense del Novecento. A operare la selezione è stato Maurizio Rebuzzini, storico della fotografia, docente universitario e direttore della rivista FOTOgraphia, insieme al figlio Filippo.

Le immagini, in bianco e nero, offrono una chiara testimonianza delle modalità con cui l’erotismo era proposto al pubblico oltre 60 anni fa. La tecnica fotografica di Paula Klaw, seppur definita dagli specialisti “primitiva e semplificata”, lascia alle capacità ammaliatrici di Betty Page la possibilità di esplodere. Figura cult, fu al centro di un successo travolgente, sviluppato nel corso di 7 anni, dal 1950 al dicembre 1957, cui sarebbe seguito l’abbandono delle scene.
Come ha messo in evidenza lo stesso Rebuzzini, analizzando proprio il contesto storico: “Nel momento in cui abbiamo assegnato agli anni Cinquanta l’aggettivo di “favolosi”, abbiamo altresì filtrato lo sguardo con lenti colorate in ammorbidenti toni rosa. Ecco perché nel corso dei decenni la solare allegria di Betty Page -il cui fisico era inferiore a quello di molte sue colleghe dell’epoca – ha finito per prevalere su tutto e per imporsi come specchio dei tempi, come specchio di quei tempi, così come ci ostiniamo a considerarli oggi.”