Una manciata di polvere per fare della grande arte

13 Giugno 2017

man ray allevamento di polvere 1920

Si intitola emblematicamente A Handful of Dust – una manciata di polvere – la mostra allestita fino al 3 settembre negli spazi della prestigiosa Whitechapel Gallery di Londra. Una vera e propria ricognizione visiva sul secolo scorso, attraverso le opere di una trentina di artisti e fotografi, che hanno contribuito a scrivere la definizione di modernità.

La rassegna, curata da David Campany, usa la polvere come chiave di lettura e prende le mosse dall’ormai celeberrima fotografia (in apertura) scattata da Man Ray al Grande Vetro di Duchamp nel 1920, quando quest’ultimo gli chiese di documentare il work in progress di un intervento destinato alla fama planetaria. Apparsa per la prima volta sul giornale surrealista Littérature nel 1922, la fotografia che ritrae gli strati di polvere accumulati sul vetro duchampiano fu identificata come una veduta dall’alto di un aeroplano.

Nei mesi successivi l’istantanea fu pubblicata su riviste e libri di varia natura, tagliata e contestualizzata in maniere diverse fino a quando, nel 1964, ricevette il titolo ufficiale che la contraddistingue ancora oggi: Élevage de poussière – Allevamento di polvere.
A partire da questo esempio affascinante, la mostra londinese riunisce, fra gli altri, i lavori di Walker Evans, Robert Filliou, Gerhard Richter, Jeff Wall e Nick Waplington, accomunati dalle differenti declinazioni dell’idea di polvere.