Emoji mania anche nell’arte: ecco i ritratti dei vip composti da “faccine”

22 Agosto 2017


Non chiamatele semplicemente “faccine”: a New York le emoji hanno “fatto irruzione” persino nel circuito delle gallerie d’arte contemporanea, oltrepassando definitivamente la dimensione dello smartphone e dei social network.
Dal virtuale al reale, l’esposizione Emoji Portraits, ospitata alla Tripoli Gallery di Southampton, rivela infatti la sorprendente collezione di ritratti realizzati dal digital artist statunitense e rapper Yung Jake.

Originario di Los Angeles, è artefice di una serie di immagini realistiche concepite esclusivamente riunendo insieme centinaia di emoji. Dopo aver messo a punto la singolare tecnica, realizzando dapprima alcuni “dipinti” nei quali ha immortalato i suoi amici, l’artista ha cercato di misurarsi con alcune delle più note personalità dei nostri tempi. A rafforzare la sua popolarità sono stati i consensi ottenuti attraverso i suoi profili social: un autentico tam-tam che ha permesso ai “ritratti” – tra gli altri – di David Bowie, Rihanna, Taylor Swift e persino del Presidente Donald Trump di divenire virali in rete.

Il successo delle emoji sembra davvero un fenomeno che non conosce “confini creativi” e con declinazioni sorprendenti. Solo alcuni mesi fa, la galleria californiana Cantor Fine Art di Los Angeles aveva diffuso, attraverso il proprio sito, versioni​ ​emoji degli artisti più famosi dell’arte internazionale: da​ ​Frida Khalo a René Magritte, da Andy Warhol a Marcel a Yayoi Kusama​, fino a Michelangelo. Più di recente, il sindaco di Città del Messico ha lanciato un’iniziativa finalizzata alla creazione di nuove emoji capaci di restituire, con immediatezza, il ritmo, lo spirito e l’immagine della capitale messicana.