Vent’anni di arte afro-americana in mostra a Londra

19 Agosto 2017


Si intitola Soul of a Nation: Art in the Age of Black Power la mostra allestita alla Tate Modern di Londra fino al prossimo 22 ottobre: una puntuale ricognizione su un ventennio cruciale per la storia dell’arte afro-americana sullo sfondo degli Stati Uniti.

La rassegna prende le mosse dal 1963, anno della Marcia su Washington condotta per difendere il lavoro e la libertà, durante la quale Martin Luther King pronunciò il celeberrimo discorso in cui auspicava la totale integrazione della popolazione nera nel tessuto sociale americano. Tra la folla di persone presenti all’evento c’erano anche gli artisti destinati a fondare, a New York, il collettivo Spiral.

Il collettivo, che vedeva tra i suoi membri Romare Bearden e Norman Lewis, ebbe vita breve, ma riuscì comunque a organizzare un’unica mostra nella Grande Mela, sempre nel 1963, all’insegna della rivendicazione dei diritti civili, attraverso opere ispirate alle nuove nazioni africane indipendenti. L’esposizione inglese individua in quell’iniziativa un importante punto di partenza e si snoda attraverso il ventennio successivo, fino a raggiungere la parata afro-americana svoltasi nel 1983 ad Harlem, quando l’artista Lorraine O’Grady distribuì cornici vuote spronando i partecipanti a immaginarle come opere d’arte.

150 lavori realizzati, fra gli altri, da artisti del calibro di David Hammons, Betye Saar e Faith Ringgold, abbracciano un’ampia gamma di tecniche ‒ dalla scultura alla fotografia, dalla pittura alle installazioni ‒, ripercorrendo vent’anni di lotta per i diritti civili, veicolata dalla creatività. Prestate da una nutrita schiera di istituzioni americane, le opere restituiscono l’atmosfera di un periodo delicato e complesso, spesso omaggiandone i protagonisti, da Martin Luther King a Malcolm X, da Muhammad Ali ad Angela Davis.

[Immagine in apertura: Benny Andrews, Did the Bear Sit Under the Tree, 1969, Emanuel Collection © Estate of Benny Andrews/DACS, London/VAGA, NY]