Ritratto dell’artista e della donna: Käthe Kollwitz a Birmingham

12 Settembre 2017


Frutto della collaborazione tra il British Museum e Ikon – prestigiosa galleria d’arte nel centro di Birmingham – la mostra Portrait of the Artist: Käthe Kollwitz – visitabile fino al prossimo 26 novembre – tratteggia il profilo di un’importante voce della scena artistica europea tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
Originaria di Königsberg, dove nacque nel 1867, Käthe Kollwitz fu infatti un’autrice dotata di notevole talento che si mise alla prova, principalmente, negli ambiti del disegno, della pittura e della scultura, dando grandi prove anche con generi “minori”, tra cui l’incisione. Proprio la maestria dimostrata nelle arti grafiche le consentì di conquistare una certa notorietà in terra tedesca, prima di acquisire popolarità anche a livello internazionale.

La mostra costituisce un’occasione privilegiata per comprendere le attitudini di Käthe Kollwitz nel disegno e il suo sincero interesse verso il racconto della condizione degli “ultimi”. Al centro della sua produzione, caratterizzata da numerosi autoritratti, diari e corrispondenze, si collocano infatti le donne e i lavoratori, primi testimoni delle ingiustizie sociali del suo tempo e delle epoche passate.
In particolare, il percorso espositivo si snoda tra autoritratti e ritratti di donne colte a lavoro; esposta anche la celebre serie sulla cosiddetta “Guerra dei contadini”, completata nel 1908 e ispirata a un evento storico realmente avvenuto nella Germania del XVI secolo.

Le passioni sincere, come quella per la politica, la profonda fiducia nella capacità dell’arte di poter contribuire al bene della società e la capacità di dare evidenza tanto la potenza dell’amore materno quanto al dolore, in particolare della condizione femminile negli anni duri del primo conflitto mondiale, rendono Käthe Kollwitz una figura da riscoprire anche nella nostra epoca.

[Immagine in apertura: Käthe Kollwitz , Not (Want). Plate 1, 1893-7. Lithograph © The Trustees of the British Museum]