Alla Tate Modern un’installazione… di altalene

11 Ottobre 2017


Riflette sull’identità stessa della Turbine Hall, nella Tate Modern, passata dall’essere un sito per la produzione di energia a straordinario attrattore della scena artistica londinese, l’installazione site-specific firmata dal collettivo danese Superflex.
Scelto dalla Hyundai Commission nell’ambito del programma artistico promosso dall’istituzione culturale inglese in sponsorship con il colosso automobilistico asiatico, il team fondato nel 1993 da Bjørnstjerne Christiansen, Jakob Fenger e Rasmus Nielsen (nell’immagine in apertura, copyright Tate) ha infatti dato vita all’irriverente One Two Three Swing!.

Inaugurata nella settimana di Frieze e aperta fino al 2 aprile 2018, l’installazione attiva un dialogo con l’architettura circostante incoraggiando i visitatori a combattere l’apatia sociale attraverso l’azione collaborativa. Infatti è proprio la partecipazione dei fruitori, invitati a oscillare sulle speciali altalene che compongono il progetto, a generare un movimento che “attiva” lo spazio, estendendosi nel tempo. Insieme a persone sconosciute, chiunque può essere parte di un processo che mira al superamento della condizione di apatia della nostra epoca.
Articolata in più stadi – l’apatia è una delle tre “fasi”, insieme a produzione e movimento – e in una serie di reazioni a catena, One Two Three Swing! prova a estendere i suoi effetti oltre la dimensione fisica della Turbine Hall: le oscillazioni generate vibrano al di fuori dello spazio espositivo, diffondendosi all’esterno per propagarsi, almeno potenzialmente, ovunque come “rinnovata energia sociale”.