Ricordando Francesco Borromini, tra i creatori della Roma Barocca

8 Dicembre 2017

Francesco Borromini disegno architettura barocco

Ticinese di nascita – nacque a Lugano, in Svizzera, nel 1599 – ma artisticamente romano: Francesco Borromini legò indissolubilmente il suo nome a quello della Città Eterna di cui, insieme al temuto rivale Gian Lorenzo Bernini, ridisegnò il paesaggio urbano dando vita a un nuovo linguaggio architettonico, quello del Barocco.

Proprio all’inestimabile importanza culturale e artistica dell’opera Borromini – che paradossalmente si ucciderà nel 1667, proprio nella sua Roma, perché non si sentiva stimato a sufficienza dai suoi contemporanei – è dedicata una tre giorni in programma dall’11 al 13 dicembre prossimi.
Il Convegno Internazionale di Studi – frutto della collaborazione tra Accademia Nazionale di San Luca, Musei Vaticani, Facoltà di Architettura di Roma Sapienza e Istituto Svizzero – darà inizio a Roma al programma di celebrazioni del 350esimo anniversario della scomparsa dell’ormai leggendario architetto. Al simposio, che avrà luogo in tre diverse sedi capitoline, parteciperanno relatori di fama internazionale, come Paolo Portoghesi – Professore emerito all’Università Sapienza di Roma, Joseph Connors, Professore all’Università Harvard e Werner Oechslin, Professore emerito alla ETH Zürich.

Tra le iniziative in partenza, merita di essere segnalata anche la mostra Francesco Borromini. I disegni della Biblioteca Apostolica Vaticana, a cura di Alessandra Rodolfo, che verrà inaugurata proprio nel mezzo del Convegno, il prossimo 12 dicembre ai Musei Vaticani, per restare aperta fino al 5 gennaio 2018. La preziosa selezione di disegni esposta si focalizza in particolare sulla produzione di Borromini sotto il pontificato di Innocenzo X, a cominciare dal progetto di restauro della Basilica di San Giovanni in Laterano.

Altre opere dell’architetto – tutte concentrate a Roma, sua città d’elezione, e che saranno oggetto di visite e iniziative speciali nel corso del 2018 – che vale la pena menzionare sono la Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, la Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, la Chiesa di Santa Agnese a piazza Navona, la Casa dei Filippini, il Collegio De Propaganda Fide e la cupola e il campanile della Basilica di Sant’Andrea delle Fratte.
Tutti interventi che, ricorrendo a elementi classici reinterpretati con inedita libertà creativa, inaugurano un periodo in cui l’architettura manipola spazi e volumi, dando vita a scenografie fantasiose ed esperienze percettive contrastanti, drammatiche. Facendo di Roma uno straordinario palcoscenico urbanistico, per cui è tuttora famosa.