Balthus, Giacometti, Derain: amici e artisti

18 Marzo 2018

Balthus, Les Beaux Jours, 1944 © Balthus, Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Smithsonian Institution, Photography by Cathy Carver

Tre dei più importanti artisti del Novecento sono stati anche profondamente legati tra loro, sviluppando e mantenendo negli anni un rapporto di forte amicizia e profonda stima reciproca. Stiamo parlando di André Derain, Balthus e Alberto Giacometti, che la Fundación MAPFRE a Madrid finalmente riunisce anche sotto il profilo artistico, in una grande mostra senza precedenti.

Al di là del rapporto personale, infatti, l’esposizione – aperta al pubblico fino al prossimo 6 maggio – dimostra come esistesse una concordanza anche nella visione estetica dei tre autori. Il percorso si snoda tra 240 opere, provenienti da alcuni dei maggiori enti museali di livello mondiale e da prestigiose collezioni: i prestiti spaziano dal Musée d’Orsay di Parigi alla Tate di Londra, fino alla Fondation Beyeler di Basilea e all’Hirshhorn Museum di Washington, negli Stati Uniti.

Cosa accomuna dunque la produzione artistica di Derain, Balthus e Giacometti? I tre amici condividevano innanzitutto un approccio simile nei confronti dell’arte del passato.
Quando Derain torna dal fronte, nel 1920, si allontana dalla “violenza” cromatica e formale dei Fauves per sviluppare invece uno stile realista, definito poi “bizantino”.
Dieci anni dopo, i più giovani Giacometti e Balthus, affascinati da questo Derain “diverso”, gli si avvicinano fino a stringere un’amicizia a tre, alimentata da continue visite ai rispettivi studi e, quindi, serrati confronti tra ispirazioni artistiche ai massimi livelli.

I punti di contatto tra gli autori non si limitano però a questa fascinazione nei confronti dei Maestri precedenti e dei loro stili: saranno vicini anche nel reinterpretarne gli spunti, dal momento che gli insegnamenti della storia dell’arte vengono invariabilmente fusi, mischiati tra loro nelle nuove opere – pienamente moderne, in questo.
Un procedimento simile a quello utilizzato dai surrealisti nei confronti degli stimoli visivi e ideativi. E lo stesso circolo del Surrealismo è in effetti un ulteriore comune denominatore, nelle vite a Parigi di Derain, Balthus e Giacometti. Tra le conoscenze in comune ai tre, infatti, figurano esponenti chiave del movimento quali André Breton e Antonin Artaud.

[Immagine in apertura: Balthus, Les Beaux Jours, 1944 © Balthus, Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Smithsonian Institution, Photography by Cathy Carver