L’architettura va al cinema, grazie alle ArchiStorie milanesi

12 Maggio 2018


Si può raccontare e capire l’architettura a partire dalle sollecitazioni – e dallo sguardo – dei grandi registi del nostro tempo? Per tre domeniche successive, a partire dal 13 maggio, sarà questa la “sfida” proposta dalla rassegna milanese ArchiStorie, in programma all’Anteo Palazzo del Cinema.

Promossa dall’Associazione Culturale Silvia Dell’Orso e dall’Anteo, l’iniziativa affianca tre opere di altrettanti cineasti – King Vidor, Peter Greenaway e Wim Wenders – noti per la distintiva capacità di interpretazione della disciplina architettonica.
Tenendosi alla larga dal rischio di sovrapposizioni, ArchiStorie mette insieme il linguaggio cinematografico e quello scientifico allo scopo di “consentire allo spettatore di vedere e capire sul grande schermo il ruolo e l’impatto sociale e culturale dell’architetto, dei suoi progetti e delle sue realizzazioni nella nostra vita e sull’ambiente in cui viviamo“. Nel progetto è direttamente coinvolto anche il progettista e saggista Luca Molinari.

L’apertura del ciclo è affidata alla proiezione del film La fonte meravigliosa, pellicola che intende stimolare una riflessione sull’architettura moderna “come fede e missione”, a partire dalle esperienze delle avanguardie moderniste del Novecento. Domenica 20 maggio è la volta de Il cielo sopra Berlino (da cui è tratta l’immagine in apertura). La rassegna chiude domenica 27 maggio con I misteri del giardino di Compton House, occasione per ragionare sulla prospettiva come regola del mondo.