Carrara ha un nuovo museo. Nel segno di Michelangelo e del marmo

2 Giugno 2018


Ha aperto le porte al pubblico lo scorso 2 giugno il nuovo CARMI – Museo Carrara e Michelangelo a Villa Fabbricotti, istituzione con la quale la città toscana rende omaggio al peculiare e viscerale legame tra il proprio territorio e il grande artista italiano. Il progetto, compreso nel piano di recupero e riqualificazione della Villa carrarese e del Parco della Padula, si focalizza su tre punti cardinali: la figura di Michelangelo; il marmo, suo materiale d’elezione, e la stessa Carrara.

Caratterizzato da un allestimento coordinato dall’architetto Giuliano Macchia – curatore degli allestimenti dell’Associazione MetaMorfosi, tra i soggetti coinvolti nell’operazione – il museo si articola su tre livelli, con un incipit affidato a una mostra temporanea sul grande Maestro dell’arte italiana.
Nel piano nobile della Villa, 6 sale tematiche analizzano le sue relazioni con il carrarese e il suo prezioso marmo, in un percorso che include riproduzioni – tra cui il Mosè in scala 1:1 – e ologrammi, video, fotografie, stampe, facsimili e documenti storici; a testimonianza dei numerosi viaggi compiuti da Michelangelo alle cave carraresi viene presentata anche una mappa.
Mostre temporanee saranno invece allestite nel piano terra rialzato, che attualmente ospita una sezione di approfondimento sulla storia della Villa e della famiglia Fabbricotti, oltre alle esposizioni I gessi dello studio Lazzerini. La storia di una collezione nella gipsoteca della scuola del marmo e Carrara 1800-1850. Maestri Studenti in viaggio verso Roma. I tesori della Gipsoteca della Accademia di belle Arti di Carrara.

La nascita del CARMI anticipa la costituzione di un centro studi su Michelangelo, frutto della collaborazione fra Comune di Carrara, Regione Toscana, strutture universitarie, Casa Buonarroti, MetaMorfosi e Accademia di Belle Arti di Carrara. Nel parco della Padula, attorno alla Villa, trasformato in occasione dell’XI Biennale di Scultura del 2002 in parco artistico di opere d’arte ambientali, sono esposti gli interventi di Merz, Mainolfi, Parmiggiani e Morris, in parte restaurati in occasione dell’apertura del CARMI.