Tutte le declinazioni dell’ozio. A Palermo

9 Giugno 2018


Concetto storicamente bipolare quello di “ozio”, capace di raggiungere sia valenze positive sia negative, essendo associabile tanto alla pigrizia e all’inattività, quanto al piacere e alla contemplazione.
Una mostra in apertura a Palermo, riunendo una pluralità di voci e linguaggi, analizza in profondità il termine, cogliendone le ambiguità in uno sforzo di relazione e connessione con la città stessa, con la sua storia politica, sociale e culturale.

Intitolata semplicemente Ozio, la rassegna ha scelto un luogo d’eccezione del capoluogo siciliano come propria sede: il Teatro Ditirammu, inaugurato a Palermo nello storico quartiere della Kalsa nel maggio del 1998, e considerato con i suoi 52 posti a sedere un unicum per l’isola.
Visitabile fino all’11 luglio, la collettiva è curata da Adina Drinceanu e presenta film, installazioni e performance site-specific degli artisti Anca Benera e Arnold Estefan – originari di Bucharest, con il loro progetto Citrus Tristeza concepiscono l’ozio come un “ecosistema multistrato e temporale nel quale incuria, decadenza, rovine e abbandono sono percepite come qualcosa di normale” – e dall’artista siciliana Concetta Modica. Con la sua piece Going Back, l’ozio diviene una “estensione temporale scatenata dalla noia e dalla ripetizione“; la sua opera si salda con l’apparato delle imprese epiche di Orlando, l’eroico paladino della tradizione teatrale dei pupi di Palermo.
La mostra include inoltre un ambiente sonoro del poeta Jamaicano-Americano Ishion Hutchinson, protagonista anche di una performance insieme all’artista newyorkese Sanford Biggers, e la performance teatrale OzioLapa, scritta e diretta da Elisa Parrinello, prodotta dal Teatro Ditirammu.