A Washington, l’umorismo è “a regola d’arte”

13 Luglio 2018


Si intitola emblematicamente Sense of Humor l’esposizione che, dal 15 luglio al 6 gennaio, animerà le sale della National Gallery of Art di Washington. Una piacevole immersione nell’universo dell’ironia, tratteggiato da stampe e disegni su carta che, a partire dall’epoca rinascimentale e fino a quella odierna, evocano i tanti modi in cui gli artisti hanno saputo declinare l’umorismo.

Organizzata secondo un criterio essenzialmente cronologico, la mostra prende le mosse da opere quattrocentesche, prodromi dello sviluppo di un’arte satirica incentrata sulle caricature di individui specifici nel corso dei decenni successivi ‒ ne sono un esempio gli acuti lavori del secentesco Jacques Callot. Il Settecento e l’Ottocento vedono la diffusione del genere comico, ben testimoniata dalle opere di William Hogarth e James Gillray.

Anche il filone satirico conobbe una intensa evoluzione, grazie anche all’uso sempre più massiccio della litografia, strumento “divulgativo” per eccellenza usato, ad esempio, dal celebre Honoré Daumier per le sue caricature di stampo politico. L’ultima sezione della mostra guarda all’epoca recente, accostando il delicato divertimento suggerito dai lavori di George Bellows, Alexander Calder e Mabel Dwight alla graffiante satira di Hans Haacke e Rupert García. Non mancano i riferimenti a Roy Lichtenstein, Andy Warhol e Jim Nutt, così come l’ironia delle Guerrilla Girls, finalizzata a denunciare le disuguaglianze fra donne e uomini nel campo dell’arte.

[Immagine in apertura: James Gillray, Wierd-Sisters; Ministers of Darkness; Minions of the Moon, 1791, National Gallery of Art, Washington, Anonymous Gift]