Una mostra celebra i 50 anni del Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli

27 Luglio 2018

Una scena del film Romeo & Giulietta di Franco Zeffirelli, 1968

Ci sono anche i costumi di scena grazie ai quali lo scenografo, costumista e scrittore Danilo Donati conquistò nel 1969 il primo dei Oscar della sua carriera, nel percorso di visita di What is a Youth? Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli, la mostra con cui Pienza rende omaggio al celebre film a 50 anni dalla sua uscita nelle sale cinematografiche.
A partire dal 28 luglio, Palazzo Piccolomini torna ad aprirsi all’opera zeffirelliana, con un appuntamento espositivo che riaccende i riflettori sui luoghi scelti dal regista toscano per la trasposizione della tragedia shakespeariana.

La mostra, infatti, prende avvio dal cortile – costituito da un loggiato a tre arcate – dell’antica e storica dimora che fede da ambientazione al film, , per poi proseguire nel giardino pensile e quindi nel piano nobile. La sala d’ingresso, la sala da pranzo, la sala della musica, la camera di Pio II e la biblioteca accoglieranno le foto di scena, messe a disposizione dalla Fondazione Zeffirelli di Firenze.
Si tratta di un’occasione che consentirà ai visitatori di addentrarsi negli stessi ambienti in cui queste fotografie vennero scattate e, allo stesso modo, di un’opportunità per riannodare i fili della memoria e cogliere gli aspetti più autentici della vita quotidiana del Rinascimento, ancora tangibilmente testimoniata nel palazzo della città d’arte toscana.

Oltre al contributo del pluripremiato Danilo Donati, il Romeo e Giulietta di Zeffirelli riunì una serie di eccellenze della cinematografia italiana dell’epoca. La colonna sonora originale fu composta da Nino Rota; il testo italiano fu scritto da Elsa Morante.
A tal proposito, il titolo della mostra fa riferimento al brano What is a Youth?, che accompagna le scene del primo incontro tra Romeo e Giulietta, avvenuto nel corso di una festa da ballo in casa Capuleti.

Promossa dalla Società di Esecutori di Pie Disposizioni Onlus, che ha la cura per la valorizzazione del Palazzo Piccolomini e dalla Fondazione Zeffirelli, la mostra resterà aperta fino al 6 gennaio.
Nel progetto sono inoltre coinvolte anche le altre città nelle quali è stato girato il film, Gubbio e Tuscania, a loro volta sedi di una mostra con materiale messo a disposizione dall’archivio della Fondazione Zeffirelli.