A Milano, prima collettiva italiana di artisti pakistani

17 Ottobre 2018

Amber HAMMAD unveiling the visible_2012

Attiva dal 2010, la Onlus Ialian Friends of The Citizens Foundation – IFTCF ha promosso, insieme al Museo Diocesano ‘Carlo Maria Martini’, la prima collettiva di arte contemporanea pakistana in Italia.
Inaugurata con un dialogo nel quale si sono confrontate le curatrici Salima Hashmi – artista e pittrice, è una delle più influenti e rispettate “addette ai lavori” in Pakistan – e Rosa Maria Falvo, la mostra costituisce un’occasione privilegiata per cogliere tendenze e temi che caratterizzano la produzione artistica del Pakistan di questo periodo storico.

Nel percorso di visita artisti già affermati oltre i confini del Paese asiatico e voci emergenti, appositamente selezionate tramite il concorso indetto nel 2017 proprio da Italian Friends of TCF, si uniscono presentando lavori eterogenei nei quali vengono presi in esame soggetti come la povertà, l’ingiustizia, l’Islam, il ruolo della donna, l’identità di genere, l’amore, l’urbanizzazione.
Si tratta di questioni di stretta attualità nel Pakistan contemporaneo, attraversato da un fermento culturale e artistico che merita di essere conosciuto oltre i più diffusi stereotipi associati a questa terra, accompagnata nella sua storia di divisioni, attentati, instabilità.

Il titolo dell’esposizione, che sarà visitabile fino al 25 novembre prossimo, pone in particolare l’accento sul tema dell’istruzione. Art for Education, infatti, intende sottolineare lo spirito che guida l’attività di The Citizens Foundation ed evidenzia il ruolo imprescindibile della formazione e dell’educazione nella crescita individuale e collettiva. La stessa composizione degli artisti in mostra, del resto, testimonia le profonde connessioni tra istruzione e creazione artistica in Pakistan: molti dei protagonisti di questa rassegna, infatti, sono o sono stati docenti, “diventando dei veri e propri mentor per i loro studenti anche al di fuori delle aule universitarie“.
Significativa, infine, la presenza delle donne; anche in questo caso si tratta di una circostanza intimamente connessa con la storia e le tradizioni pakistane, poiché fin nell’antichità l’artigianato era un’attività praticata a casa prevalentemente dalle donne, che oggi continuano a detenere competenze nella miniatura, nel ricamo, nella tessitura e nella calligrafia.

[Immagine in apertura: Amber Hammad, Unveiling the visible, 2012]