A Milano, il Romanticismo è una questione italiana

25 Ottobre 2018

Giuseppe Pietro Bagetti, La sacra di S.Michele, 1825-1830, Torino, Musei Reali – Palazzo Reale

Dal 26 ottobre al 17 marzo 2019, le Gallerie d’Italia ‒ Piazza Scala e il Museo Poldi Pezzoli di Milano fanno da cornice a Romanticismo, l’esposizione – curata da Fernando Mazzocca – che indaga in maniera inedita il contributo italiano a un movimento artistico ben radicato nella storia creativa ottocentesca.

Le oltre 200 opere in mostra richiamano il vivace dibattito culturale dell’epoca, che vide protagonisti l’Inghilterra, la Francia, la Germania e l’Impero austriaco, fra il Congresso di Vienna e i moti del 1848, includendo anche l’Italia, dove le ultime manifestazioni della cultura romantica si esaurirono con l’unificazione del Paese e l’avvento del Realismo.

Milano, inoltre, fu uno dei centri della cultura romantica, animata com’era da personalità del calibro di Francesco Hayez, Alessandro Manzoni, Ugo Foscolo e Gioacchino Rossini; a riprova della trasversalità del Romanticismo, che influenzò sia le arti visive sia il panorama letterario e musicale.
Le 12 sezioni che compongono la mostra alle Gallerie d’Italia e le 5 al Museo Poldi Pezzoli restituiscono a tal proposito la rottura avvenuta nella gerarchia dei generi: paesaggio, ritratto e rappresentazione della vita del popolo assunsero la medesima importanza della pittura sacra o di storia.

Oltre alle opere pittoriche di Ippolito Caffi, Giuseppe e Carlo Canella, Giovanni Carnovali detto il Piccio e Massimo d’Azeglio, solo per citarne alcune, la rassegna punta sulla scultura, come quella di Lorenzo Bartolini, Pietro Tenerani e Vincenzo Vela, e sui lavori di artisti internazionali attivi anche in Italia quali Caspar David Friedrich, Joseph Mallor, William Turner e Jean-Baptiste-Camille Corot.