A Bologna, il Padiglione de l’Esprit Nouveau “racconta” la sua storia

24 Novembre 2018

Le Corbusier Padiglione Esprit_Nouveau 2018 Bologna Foto_Federico_Covre

Fedele replica del prototipo di unità abitativa che l’architetto Le Corbusier  presentò all’Exposition des Arts Decoratifs et Industriels Modernes di Parigi, nel 1925, il Padiglione de l’Esprit Nouveau di Bologna [in apertura, nella foto di Federico Covre] è l’unica opera del progettista svizzero-francese in Italia.
Riaperto nel 2017, in seguito all’intervento di restauro finanziato da Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna, a partire dal 24 novembre l’edificio è sede di una mostra che ne ripercorre la vicenda costruttiva.

Curata da Maria Beatrice Bettazzi, Jacopo Gresleri e Paolo Lipparini, con l’alta consulenza di Giuliano Gresleri e il progetto di allestimento dell’architetto Jacopo Gresleri, Phoenix. Il Padiglione de l’Esprit Nouveau tra ricostruzione e restauro offre ai visitatori l’opportunità di conoscere in profondità la storia di questa struttura, compresa nel piano della cosiddetta “nuova Bologna” sviluppato negli anni Sessanta.
Attraverso disegni, immagini, testimonianze anche video, a essere ripercorso è l’intero processo di realizzazione dell’opera, approfondito anche nel catalogo associato all’esposizione stessa, con una lettera di Charlotte Perriand e un servizio fotografico di Federico Covre.

Tra i documenti presentati in questa occasione si segnalano i disegni: provenienti dal Fondo dell’Archivio Storico dell’Università di Bologna e da quello privato del professor Giuliano Gresleri, attestano l’attenzione riservata da Le Corbusier alla progettazione di tutti i dettagli, tra cui infissi, porte, pavimenti e colori.
Risalgono invece al 1977 i filmati originali inclusi nel percorso di visita, nei quali eminenti figure della scena architettonica italiana dell’epoca riflettono sulle specificità del Padiglione.

Phoenix. Il Padiglione de l’Esprit Nouveau tra ricostruzione e restauro resterà aperta fino al 6 gennaio.