Arte e cinema si incontrano a Firenze

11 Novembre 2018

Peter Greenaway © igormandic.com

Cresce l’attesa per l’inaugurazione de Lo schermo dell’arte Film Festival che, dal 13 al 18 novembre, animerà il palinsesto culturale fiorentino con una serie di eventi e proiezioni giocati sui punti di incontro fra disciplina artistica e cinematografica. Diretta da Silvia Lucchesi, l’undicesima edizione della kermesse accoglierà oltre 50 ospiti fra registi, produttori, artisti e addetti ai lavori, puntando lo sguardo sulle connessioni fra discipline creative complementari.

L’avvio ufficiale del festival sarà preceduto dall’opening della mostra European Identtes. New Geographies in Artsts’ Film and Video, alle Murate, martedì 13 novembre. Curata da Leonardo Bigazzi, l’esposizione riunirà le opere di 12 artisti emergenti residenti in Europa e impegnati sul fronte delle immagini in movimento. Toccherà invece al celebre regista Peter Greenaway (in apertura, photo © igormandic.com) dare il via alla serata del 14 novembre, con la lecture incentrata sul suo prossimo film, The Open Air, che prende le mosse dalla storia di Constantin Brancusi.

A seguire andranno in scena due anteprime di film di artisti italiani ‒ 100 Piper. Breve storia del Piper di Torino (1966-1969) in 100 framment di Rä di Martino e Zeus Machine del collettivo Zapruder ‒ mentre le giornate successive daranno spazio a circa 25 pellicole, tra corti e lungometraggi, documentari e film d’artista, tutti incentrati sulle tante sfumature della creatività.

Molte le anteprime italiane ‒ Kusama ‒ Infnity di Heather Lenz, intitolato alla famosissima artista giapponese Yayoi Kusama; The End of Fear di Barbara Visser, che ricostruisce lo scempio subito nel 1986 dal dipinto Who is Afraid of Red, Yellow and Blue III di Barnett Newman; Love, Cecil di Lisa Immordino Vreeland, incentrato sulla carriera di Cecil Beaton.
Tra i corti spiccano Monelle di Diego Marcon, vincitore del MAXXI Bulgari Prize 2018, Who Was the Last To Have Seen the Horyzon? di Driant Zeneli e l’anteprima di Blue del tailandese Apichatpong Weerasethakul.