A Roma, torna il festival delle arti sceniche Teatri di Vetro

11 Dicembre 2018

Simona Bertozzi-nexus ph Luca Del Pia

Oscillazioni, il “progetto chiave” della dodicesima edizione del festival delle arti sceniche contemporanee Teatri di Vetro, costituisce il coronamento di un percorso di ricerca avviato lo scorso settembre. A Roma, il Teatro India e la Biblioteca Marconi si apprestano a divenire i due poli della kermesse che si avvale della direzione artistica Roberta Nicolai, strutturata quest’anno in cinque sezioni tematiche.

Sul palco, dal 13 al 19 dicembre, si alterneranno 41 rappresentazioni delle quali saranno protagonisti 20 artisti: Salvo Lombardo/Chiasma – cui è affidata l’apertura e parte della chiusura – Fanny&Alexander/Chiara Lagani, Piccola Compagnia Dammacco, Dehors/Audela, gruppo nanou, Opera bianco, Cie MF, Sonenalè/Riccardo Fusiello, Enea Tomei, Meno infinito, Franz Rosati, Simone Pappalardo/Alberto Popolla/Josè Angelino, Acre, Alessandra Cristiani, Giuseppe Muscarello, Synchromia, Mithkal Alzghair, Seifeddine Manai.
A chiudere il festival saranno Levidelfool, gruppo nanou, Simona Bertozzi e, di nuovo, Salvo Lombardo.

Il programma include 14 appuntamenti collaterali, tra laboratori, seminari, stage rivolti a bambini, rifugiati, amatori, professionisti, cittadini. A chiarire gli obiettivi di Oscillazioni è la stessa direttrice artistica, che a riguardo ha dichiarato di aver “interpellato artisti con i quali ho condiviso, negli anni, pensiero e pratiche. Ho chiesto loro di poter interrogare il processo di creazione assumendo la prospettiva della sua complessità, del suo procedere non per linea retta, del suo deragliare e lasciare tracce, residui e scarti“.
A rispondere a questo invito, tra gli altri artisti che animeranno questa edizione del festival, anche la compagnia di danza Simona Bertozzi/Nexus (in apertura, nella foto di Luca Del Pia). Con il progetto Wonder(L)andha aperto un territorio di pratiche e di visioni in cui i linguaggi del corpo e la coreografia sono sostanza e strumento per la creazione di un sottobosco di invenzioni performative“; tre, in particolare, i dispositivi presentati nell’ambito della manifestazione capitolina: il solo Flow on river; la coreografia Urto; lo spettacolo Anatomia.