Come Rudolph, la renna dal naso rosso, “salvò” il suo creatore

22 Dicembre 2018

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La storia che stiamo per raccontare racchiude un insegnamento che può essere considerato sempre valido, a tutte le età: facendo leva sulla tolleranza e sulla perseveranza si possono superare le avversità della vita quotidiana.
A testimoniarlo, in questo caso attraverso una vicenda realmente accaduta, sono i retroscena che si celano dietro alla pubblicazione del racconto Rudolph the Red-Nosed Reindeer, del quale è protagonista la celeberrima renna dal naso rosso.

Il personaggio uscì dalla mente dello scrittore statunitense Robert L. May e, sul finire degli anni Trenta, debuttò all’interno di un libretto pubblicato dalla Montgomery Ward. Conosciuta anche come “la nona renna di Babbo Natale“, è stata dotata dal suo inventore di una peculiarità che la rende unica: in caso di scarsa visibilità, riesce infatti a illuminare le strade del Polo Nord “attivando” la luce posta sul suo insolito naso. Ispirato dall’amore di sua figlia verso le renne dello zoo di Chicago, May iniziò a scrivere il testo negli stessi mesi in cui sua moglie stava combattendo la propria battaglia contro il cancro. Nonostante l’aggravarsi delle condizioni di salute della donna, che effettivamente morì nel 1939, lo scrittore declinò l’invito ricevuto dalla casa editrice di lasciare ad altri autori la stesura della storia.
Avevo bisogno di Rudolph in quel momento più che mai. Con gratitudine mi sono seppellito nella scrittura“, avrebbe confessato anni dopo lo scrittore, che in quello stesso periodo si trovava a dover affrontare gravi difficoltà a livello economico.

Nonostante il dramma conseguente alla scomparsa della moglie, la renna dal naso rosso alla quale ostinatamente May si era dedicato negli ultimi mesi di vita della coniuge divenne la sua “fortuna”. La popolarità raggiunta dallo speciale animale, fin dal suo esordio, non si è praticamente mai interrotta: con il passare degli anni il racconto dedicato alla renna Rudolph è diventato un best-seller. Non solo: il cognato di May, Johnny Marks, ne ricavò una versione musicale che scalò le classifiche nel 1949. I dati relativi al 1985 indicano che la canzone aveva venduto, fino a quel momento, ben 150 milioni di dischi.
Negli anni Novanta è stato pubblicato postumo anche il sequel letterario di Rudolph the Red-Nosed Reindeer.