La fotografia di Massimo Borchi rilegge la città contemporanea

25 Dicembre 2018

Massimo Borchi Postmetropolis Icons Frank Gehry

Cinquanta scatti compongono il percorso espositivo di Liquid Shape, personale del fotografo Massimo Borghi in corso alla Tethys Gallery di Firenze.
Fino al 15 gennaio resteranno esposte opere relative ai progetti Postmetropolis e Shootingmania, frutto dell’interesse sviluppato dall’autore negli ultimi anni verso le contraddizioni delle metropoli, intese come specchio della società contemporanea. L’obiettivo del fotografo – originario di Firenze, con una formazione universitaria in architettura alle spalle – è infatti orientato verso le complessità delle grandi città dei giorni nostri, che sembrano ripetersi in maniera sostanzialmente indipendente rispetto alla latitudine. Tra queste, il vertiginoso sviluppo urbano e l’inevitabile presenza di sacche di miseria e squallore.

L’analisi del contesto delle megalopoli non può essere svincolata da un’osservazione delle modalità di vita offerte da tali contesti, a loro volta sempre più spesso analizzati in maniera spontanea e informale attraverso dispositivi come fotocamere e smartphone.
A riguardo Borghi ha dichiarato: “Quando lavoro, mi rendo conto, invece, di essere circondato, sempre più spesso, da persone che si fotografano: lui fotografa lei, lei fotografa lui, ed immancabilmente si fanno un selfie con la città alle spalle. Mi chiedo se per queste persone sia più importante apparire nella fotografia, portare a casa uno scatto da mostrare agli amici e da condividere sui social network per dimostrare di aver viaggiato oppure, se sia più importante guardarsi intorno, vivere il momento alla scoperta di un luogo nuovo, portare a casa il ricordo di ciò che si è visto, vissuto, scoperto”.