A Napoli, la fotografia “coreografica” di Robert Mapplethorpe

15 Dicembre 2018

Robert Mapplethorpe, Phillip Prioleau, 1982. © Robert Mapplethorpe Foundation. Used by permission

Ha da poco aperto i battenti nella sede napoletana del museo Madre Coreografia per una mostra, l’esposizione allestita fino all’8 aprile 2019 e incentrata sulla componente performativa della pratica fotografica di Robert Mapplethorpe, artista fra i più emblematici del secolo scorso, noto per i suoi scatti dalla innegabile potenza visiva.
Curata da Laura Valente e Andrea Viliani, la mostra riflette nella sua “scenografia” la matrice coreografica che ne caratterizza i contenuti, organizzandosi attorno a tre sezioni fra loro connesse.

L’Ouverture all’ingresso assegna al museo un afflato teatrale e individua in Patti Smith e Samuel Wagstaff Jr. le due fonti di ispirazione di Mapplethorpe, mentre la prima sezione accosta i ritratti di ballerini, atleti, modelle e modelli, sottolineando la performatività dei soggetti immortalati.
La seconda sezione immerge il pubblico in una potenziale platea, offrendo allo sguardo una panoramica sugli affetti, le amicizie e le frequentazioni dell’artista nella New York degli anni Settanta e Ottanta ‒ fra David Hockney e Louise Bourgeois, Susan Sontag e Norman Mailer, Robert Wilson e Laurie Anderson.
L’ultima sezione, invece, è dominata da un tappeto rosso per danzatori e punta lo sguardo sugli autoritratti di Mapplethorpe, in un vero e proprio teatro a tre dimensioni. Completano la sezione finale l’(Un)Dressing Room, un vero camerino che evoca la dinamica dello studio dell’artista, dove Mapplethorpe era solito realizzare i suoi scatti in maniera rigorosa, e la X(Dark) Room (vietata ai minori), in cui sono esposti gli scatti a impronta erotica e una selezione del celebre Portfolio X.

In contemporanea, anche la sede di The Atkinson, a Southport in Inghilterra, ospita fino al 23 marzo un focus monografico sull’artista scomparso nel 1989.
Autoritratti, immagini floreali, volti di amici e colleghi e anche alcuni scatti che documentano la scena sadomaso newyorkese dell’epoca arricchiscono un percorso affascinante.

[Immagine in apertura: Robert Mapplethorpe, Phillip Prioleau, 1982 © Robert Mapplethorpe Foundation. Used by permission]