Alessandro Poli, che portò il cinema all’interno dell’architettura italiana

2 Gennaio 2019

Alessandro Poli (Superstudio). Nuove architetture lunari [New lunar architectures], ca. 1970—1971. Alessandro Poli fonds, CCA. © Archivio Superstudio

Con Scripts for a new world. Film storyboards by Alessandro Poli, la Octagonal Gallery del Canadian Centre for Architecture, a Montreal, esamina il linguaggio dell’architetto, designer, artista italiano, che fu membro di Superstudio dal 1970 al 1972.
Il progetto espositivo fa luce sul peculiare impiego, da parte di Poli, di diversi elementi legati alla produzione cinematografica – immagini, storyboard, sceneggiature e contributi audio – nello sviluppo di un nuovo linguaggio funzionale all’ambito architettonico.

Il percorso espositivo riunisce collage di progetti di Poli, tra cui la sua tesi di laurea, che testimoniano come a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, parallelamente alla crescita del cinema sperimentale e underground, autori legati al campo dell’architettura abbiano osservato con interesse gli strumenti della settima arte, indagando in particolare le potenzialità del cortometraggio.
Nel periodo in cui Superstudio, Studio 9999 e Ant Farm operarono, il corto venne dunque considerato un mezzo per espandere le riflessioni di stampo architettonico, incorporando nei progetti audaci riflessioni e proiezioni della società.
Il film, in generale, fu visto come un medium potente e utile a veicolare, anche a un pubblico più ampio, idee sull’architettura. In questo modo la disciplina iniziò a orientarsi verso un orizzonte culturale sempre più visivo e “dipendente” dall’immagine.

Curata da Giovanna Borasi, Scripts for a new world. Film storyboards by Alessandro Poli sarà visitabile fino al 19 maggio.

[Immagine in apertura: Alessandro Poli (Superstudio), Nuove architetture lunari, ca. 1970—1971. Alessandro Poli fonds, CCA. © Archivio Superstudio]