I giardini Moghul di Agra tornano a fiorire, proprio di fronte al Taj Mahal

27 Gennaio 2019

Vista del Taj Mahal dal Giardino Moghul Mehtab Bagh, Agra, photo by g.kaustav fonte Wikipedia

Il Taj Mahal è sicuramente uno dei monumenti più conosciuti e visitati al mondo, ma da qualche tempo il turista più attento – e magari animato da una passione botanica – farebbe bene a volgere lo sguardo anche sulla riva opposta dello Yamuna. Perché la città indiana di Agra offre nuovamente in tutto il loro splendore – grazie agli sforzi congiunti del World Monument Fund e dell’agenzia governativa dell’Archeological Survey of India – due dei 44 giardini moghul che un tempo ospitava.

Dopo un restauro durato ben 4 anni, hanno infatti riaperto al pubblico il Mehtab Bagh (il “giardino del chiaro di luna”) e il giardino della Tomba di I’timad-ud-Daulah. Si tratta di alcune delle opere realizzate durante l’Impero Moghul, che fece di Agra la propria capitale dagli anni Venti del Cinquecento fino al 1648. Con il declino di questa civiltà, anche i giardini conobbero incuria e addirittura lo smantellamento, a opera dei coloni inglesi nell’Ottocento.

Progettati originariamente secondo l’architettura dei giardini persiani, con la cosiddetta disposizione chahar bagh, gli appezzamenti sono divisi in quadranti tutti della stessa misura, separati da sentieri e giochi d’acqua.
È stato difficile ricostruire l’identità delle piante che un tempo popolavano i giardini, ma ora che sono state reintrodotte tutte le varietà alcune di loro, come gli oleandri e gli hibiscus, stanno già prosperando e regalando ai visitatori un bouquet di colori e profumi che fa di questi spazi un vero e proprio “paradiso in Terra”.

[Immagine in apertura: Vista del Taj Mahal dal Giardino Moghul “Mehtab Bagh”, Agra, India, photo by g.kaustav fonte Wikipedia]