La fotografia di Letizia Battaglia è di scena a Livorno

19 Gennaio 2019

Letizia Battaglia, L’arresto del boss Leoluca Bagarella, Palermo 1980. Courtesy dell’artista

Sono 50 le fotografie che scandiscono il percorso espositivo della mostra Letizia Battaglia, al primo weekend di apertura negli spazi de I Granai di Villa Mimbelli-Museo Civico Giovanni Fattori, a Livorno.
La Fondazione Carlo Laviosa, in collaborazione con il Comune di Livorno, ha infatti promosso un progetto espositivo interamente dedicato a una figura chiave della fotografia contemporanea, protagonista nei giorni scorsi anche di un incontro con il pubblico ospitato sempre nella città toscana.

Palermitana, classe 1935, Letizia Battaglia è una fotografa, artista, regista, ambientalista, politica, editrice. Pioniera delle donne fotoreporter italiane, nel corso dell’intensa carriera lunga quattro decenni ha collaborato con varie testate.
Attuale direttrice e curatrice delle mostre dedicate alla fotografia storica e contemporanea nel Centro Internazionale di Fotografia dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, Battaglia è soprattutto nota per aver  ritratto la sua città natale nelle fasi più dure e dolorose dello scontro tra lo Stato e la criminalità organizzata. Con il suo obiettivo ha immortalato poliziotti, giudici e uomini delle istituzioni impegnati nella lotta contro Cosa Nostra, realizzando importanti testimonianze del contributo – spesso pagato con la vita – offerto da uomini come Giorgio Boris Giuliano, Piersanti Mattarella – ex presidente della Regione Siciliana, da lei fotografato appena ucciso tra le braccia del fratello Sergio, attuale presidente della Repubblica – del generale Dalla Chiesa, dei magistrati Falcone e Borsellino.
Suoi, ancora, i ritratti di intellettuali come Pier Paolo Pasolini ed Ezra Pound, ma anche lavori dedicati alla condizione femminile, ai bambini.

Prima europea insignita del Premio Eugene Smith per il fotogiornalismo – riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life, a lei conferito nel 1985 – Battaglia ha ottenuto numerose onorificenze, tra cui The Mother Johnson Achievement for Life San Francisco e The Erich Salomon Prize.
Risalgono al 2017 il suo inserimento nella lista delle undici donne più influenti del mondo, stilata dal New York Times che l’ha scelta come unica italiana, e l’antologica organizzata dal MAXXI di Roma.

Aperta fino al 15 marzo, la mostra Letizia Battaglianon segue un andamento cronologico o tematico ma intende trovare un filo conduttore tra l’atroce ed il bello come tracce degli archetipi che generano le azioni umane”, ha sottolineato il curatore Serafino Fasulo, precisando che il lavoro dell’artista, “una giovane di 83 anni, è stato spesso sommariamente etichettato come testimonianza sugli omicidi di Mafia ma ciò è riduttivo. La Battaglia è stata sì una fotografa di trincea (nomen omen)… ma ci ha illuminati ed arricchiti anche con la sua incessante ricerca della bellezza e della dignità: le sue foto restituiscono il pathos delle tragedie greche, il dolore ed il sublime.”

La rassegna è associata a un catalogo dedicato: i proventi derivanti dalla vendita di questa pubblicazione, disponibile nel bookshop del museo, saranno interamente devoluti al progetto Fotografia e Mondo del Lavoro.

[Immagine in apertura: Letizia Battaglia, L’arresto del boss Leoluca Bagarella, Palermo 1980. Courtesy dell’artista]