La fotografia impegnata di Zanele Muholi, da Johannesburg a Roma

7 Febbraio 2019

Zanele Muholi, Senzekile II, Cincinnati, 2016

Senza lasciare aperta la strada a possibili fraintendimenti, Zanele Muholi afferma con forza l’obiettivo della sua arte. “Riscrivere una storia visiva del Sudafrica dal punto di vista della comunità nera, lesbica e trans, affinché il mondo conosca la nostra resistenza ed esistenza in un periodo in cui i crimini generati dall’odio sono all’apice, in Sudafrica e non solo” è infatti l’obiettivo, esplicitamente dichiarato, che si prefigge con le sue opere fotografiche, in mostra – fino al 6 aprile – alla Galleria del Cembalo di Roma.

Curata da Giulia Tosetti, la mostra Nobody can love you more than you riunisce una selezione di una ventina di opere fotografiche dell’attivista visiva sudafricana, attualmente di base a Johannesburg.
Insignita di numerosi premi, tra cui il titolo di Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres e l’Infinity Award dell’International Center of Photograhy, Muholi ricorre a una serie di oggetti e abiti, tipici della vita quotidiana, per dare vita a una “carrellata” di intensi personaggi. L’uso del bianco e nero risulta talvolta rafforzato da precise azioni con cui l’artista punta a riaffermare la sua identità. Il risultato sono scatti che incoraggiano davvero gli osservatori a domandarsi “cosa provi una minoranza nel vivere ogni giorno la propria condizione sia fisica e reale, sia percettiva e ambientale“.