Il tesoro grafico di Albrecht Dürer custodito a Bassano del Grappa

20 Aprile 2019

Albrecht Dürer, Rinoceronte, xilografia, 215 x 300

La dinastia Remondini ha legato con forza il proprio nome alla città di Bassano del Grappa, nel vicentino. Specializzati in raffinate edizioni e in stampe popolari, che tra Seicento e Settecento raggiunsero piena diffusione in tutto il mondo, i Remondini furono anche collezionisti d’arte.
Le loro raccolte sono confluite nei Civici Musei locali, che possono così vantare un patrimonio di 8500 opere di grafica, realizzate da grandi Maestri europei del Rinascimento e dell’epoca moderna.

Anche l’appena restaurato Palazzo Sturm è testimone del ruolo della famiglia nell’assetto sociale locale: accoglie, nelle proprie sale, il Museo dell’Incisione Remondini. In questa sede, fino al 30 settembre, i riflettori si accendono su Albrecht Dürer.
Figura di assoluto rilievo nella storia dell’arte europea, interprete autorevole della pittura tedesca rinascimentale e noto anche come incisore, l’artista è al centro di un omaggio reso possibile proprio grazie allo straordinario corpus di incisioni raccolto dai Remondini. I 214 esemplari riuniti dalla dinastia bassanese – su 260 complessivamente realizzati dallo stesso Dürer – formano una collezione straordinaria, che per ampiezza e qualità è considerata, con quella conservata al Kunsthistorisches Museum di Vienna, “la più importante e completa al mondo“.

In occasione della riapertura di Palazzo Sturm, a conclusione dell’ultima campagna di restauro, è stata dunque promossa la mostra Albrecht Dürer. La collezione Remondini, curata da Chiara Casarin in collaborazione con Roberto Dalle Nogare.
Il percorso di visita consente di intraprendere un viaggio nella produzione dell’artista, autore di opere a carattere mitologico, religioso, popolare, naturalistico, paesaggistico, nonché di ritratti. Sempre con la tecnica dell’incisione, realizzò le serie complete dell’Apocalisse, della Grande Passione, della Piccola Passione e della Vita di Maria.
Particolare, inoltre, è la notorietà di cui gode l’incisione Rinoceronte. Raffigura, infatti, l’animale che l’Imperatore Massimiliano avrebbe voluto regalare al Papa: vittima di un naufragio, all’altezza delle coste liguri, non raggiunse mai Roma. La storia di questo lavoro viene raccontata in un focus incluso nella mostra, nel quale si esamina anche la fortuna di cui godette l’opera. Da Raffaello a Stubbs, da Salvador Dalì fino all’artista cinese contemporaneo Li-Jen Shih, autori di tutti i tempi hanno voluto misurarsi con il medesimo soggetto. Il King Kong Rhino di Li-Jen Shih, che da quattro decenni analizza questo tema, è esposto nel belvedere di Palazzo Sturm in occasione della mostra.
Un video che riporta in vita l’atelier di Albrecht Dürer e illustra la tecnica dell’incisione completa la narrazione proposta dal percorso espositivo.

[Immagine in apertura: Albrecht Dürer, Rinoceronte, xilografia, 215 x 300]