La fotografia di Helmut Newton, tra indagine psicologica e sottile seduzione

16 Aprile 2019

Rushmore, Italian Vogue, 1982 © Helmut Newton Foundation, Berlin

È un ritratto di Andy Warhol, datato 1974 e realizzato per la testata Vogue Uomo, ad accogliere i visitatori della mostra con cui la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di San Gimignano rende omaggio a Helmut Newton. A 25 anni dalla scomparsa, il grande fotografo tedesco viene celebrato nella città d’arte in provincia di Siena da un progetto espositivo che ne ripercorre l’intera carriera.
Una selezione di 60 scatti, scelti da Matthias Harder, curatore della Helmut Newton Foundation di Berlino, dà vita a un’approfondita panoramica della carriera dell’artista, che con le sue immagini si è rivelato capace di oltrepassare i confini degli approcci narrativi tradizionali. Il suo è dunque un linguaggio intriso di “lussuosa eleganza e sottile seduzione, oltre che di interessanti riferimenti culturali e di un sorprendente senso dell’umorismo“.

La robusta carrellata di volti di personaggi celebri che si susseguono in occasione di questa mostra permette di riassaporare le atmosfere del Novecento: circa 25 i ritratti esposti, tra i quali quelli dedicati a Gianni Agnelli (1997), Paloma Picasso (1983), Catherine Deneuve (1976), Anita Ekberg (1988), Claudia Schiffer (1992) e Gianfranco Ferrè (1996). Naturalmente documentato, nel percorso di visita, è anche l’impegno di Helmut Newton nel settore moda, al fianco di alcune delle più autorevoli riviste del settore a livello internazionale. Delle sue campagne, la mostra ricorda in particolare i servizi per Mario Valentino e Tierry Mugler, evocando la peculiare capacità del fotografo di proporre una sorta di “narrativa parallela“, a volte intrisa di surrealismo o di suspense, al confine tra realtà e messa in scena.

Promossa dai Musei Civici del Comune di San Gimignano e prodotta da Opera-Civita con la collaborazione della Fondazione Helmut Newton di Berlino, e visitabile fino all’1 settembre, Helmut Newton. San Gimignano permette di comprendere l’evoluzione dello stile dell fotografo.
Se tra gli anni Settanta e Ottanta, vissuti in larga a parte a Parigi, Newton affina il suo stile, sfidando scherzosamente le convenzioni e i tabù, con il passare del tempo le sue fotografie acquisiscono la forma di una vera e propria narrazione, come ricorda, ad esempio, la serie di fotografie a colori con Monica Bellucci per Blumarine, del 1998. I lavori degli ultimi anni sono segnati da ulteriori evoluzioni, con la ricorrente scelta di Monte Carlo come set; in particolare furono molti gli scatti realizzati nel garage della sua casa a Monaco, che da spazio apparentemente banale divenne una originale sala di posa.

[Immagine in apertura: Rushmore, Italian Vogue, 1982 © Helmut Newton Foundation, Berlin]