L’intramontabile eleganza di Dior rivive a Stra

9 Aprile 2019

Dior a Venezia nel 1951, Archivio Cameraphoto ©Vittorio Pavan

Non è un luogo qualsiasi a fare da cornice alla mostra Intramontabile eleganze. Dior e Venezia nell’archivio Cameraphoto, al via il 12 aprile prossimo.
Le sale di Villa Nazionale Pisani, arricchite dagli affreschi di Giambattista Tiepolo, nella celeberrima Riviera del Brenta, accolgono una selezione di opere fotografiche che ricostruiscono, attraverso due eventi entrati nella storia, l’affascinante clima culturale di Venezia nel 1951. In quell’anno, infatti, i fotografi dell’agenzia veneziana Cameraphoto, fondata nel 1946 da Dino Jarach, ebbero l’opportunità di documentare due appuntamenti nella città lagunare.

Christian Dior, il più popolare fashion designer di quell’epoca, scelse Venezia per una campagna fotografica. Il risultato sono scatti nei quali le modelle, oltre a presentare le novità della collezione sviluppata dal couturier parigino, “duettano” con gli iconici scorci cittadini, tra canali, chiese e palazzi.
Dalla moda, l’attenzione si sposta sul costume e sulla mondanità nel secondo nucleo di fotografie della mostra, relative al “Ballo del Secolo”, l’evento che si svolse a Palazzo Labia il 3 settembre 1951. Voluto da Don Carlos de Beistegui y de Yturbe, quel Bal Oriental richiamò nel capoluogo veneto circa un migliaio di protagonisti del jet set, provenienti da tutto il mondo. Nella realizzazione degli abiti per il ballo in maschera diedero prova della loro creatività, oltre allo stesso Dior con Dalì, il giovanissimo Pierre Cardin, Nina Ricci e altri sarti e creativi. Per una notte, i mille invitati evocarono i fasti e il fascino del Settecento di Goldoni e Casanova.

Visitabile fino al 3 novembre, la mostra allestita nella storica di Stra costituisce l’occasione privilegiata per accendere i riflettori sull’archivio fotografico Cameraphoto, dichiarato di “eccezionale interesse culturale” dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

[Immagine in apertura: Dior a Venezia nel 1951, Archivio Cameraphoto © Vittorio Pavan]