Gli esordi pittorici di Emilio Tadini in mostra a Milano

15 Aprile 2019

Emilio Tadini L’uomo dell’organizzazione. Weekend al parco, 1968 Acrilici su tela 162 x 130 cm collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano

È un legame storico quello che unisce Emilio Tadini e la Fondazione Marconi di Milano, ospite, fino al 28 giugno, della terza rassegna dedicata alla sua poetica. Dopo Emilio Tadini 1960-1985. L’occhio della pittura del 2007 ed Emilio Tadini 1985-1997. I profughi, i filosofi, la città, la notte del 2012, Emilio Tadini 1967-1972. Davanti agli occhi, dietro lo sguardo illumina gli esordi dell’artista meneghino, sottolineandone le peculiarità.

Intrisa di atmosfere al confine con la dimensione onirica e surreale, la pittura di Tadini si sviluppa, fin dagli anni Sessanta, per grandi cicli dove trovano spazio elementi letterari, quotidiani e fantastici, evocati dall’artista attraverso composizioni che richiedono un’attenta lettura da parte dell’osservatore. È proprio negli anni Sessanta che l’autore getta le basi di una poetica “totale”, in cui confluiscono pittura, disegno e scrittura.

La mostra milanese riunisce una serie di lavori degli esordi, che affondano le radici nell’estetica pop, dalla quale Tadini prenderà poi le distanze negli anni successivi, definendo un proprio linguaggio autonomo.
Ne sono un esempio le prime due grandi serie intitolate Vita di Voltaire, del 1967, e L’uomo dell’organizzazione, realizzato un anno dopo. A queste fanno seguito Color & Co. (1969), Circuito chiuso (1970), Viaggio in Italia (1971), Paesaggio di Malevič e Archeologia (1972). La rassegna offre anche un colpo d’occhio sui disegni e sui lavori grafici di Tadini, a riprova del suo talento sfaccettato.

[Immagine in apertura: Emilio Tadini, L’uomo dell’organizzazione. Weekend al parco, particolare, 1968, collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano]