Il ritorno a Parma di un capolavoro di Monet

13 Giugno 2019

Claude Monet, La Falaise du Petit Ailly à Varengeville, photo by Lorenzo Moreni

Primo fine settimana di apertura a Parma, negli spazi del Complesso Monumentale della Pilotta, per Un Monet in Pilotta. La Falaise du Petit Ailly à Varegenville e le origini dell’Astrattismo. L’esposizione segna il ritorno in Italia – dopo una mostra nel 2016 – di un importante dipinto eseguito da una delle più rilevanti figure della corrente impressionista, Claude Monet.
In questo caso, le scogliere dipinte sulla tela – soggetto tra i più ricorrenti nella produzione dell’artista tra il 1882 e 1897 – sono quelle presenti lungo il tratto della costa nord della Francia, sul canale della Manica che va da Digione a Pourville fino a Varengeville.

Il pittore aveva avuto l’occasione di osservarle e analizzarle di persona nel corso di un soggiorno in zona, tra il febbraio-maggio del 1882. Accanto sua alla firma, nel dipinto è in effetti riportato proprio l’indicazione dell’anno.
Tuttavia, per il mercante d’arte Cianiel Wildenstein il dipinto risalirebbe al decennio successivo e sarebbe stato realizzato in occasione di una successiva permanenza, avvenuta fra il 1896 e il 1897. Secondo la tesi sostenuta di Wildenstein, la datazione sarebbe stata inserita in un secondo momento, facendo leva sulla sola memoria e non a conclusione dell’esecuzione dell’opera. Si tratterebbe di una prassi già “sperimentata” da Monet in occasione delle esposizioni alla galleria Durand-Ruel nel maggio 1920, quando aveva firmato e datato erroneamente alcuni sui lavori.

Esposta a Parma fino al 28 agosto prossimo, La Falaise du Petit Ailly à Varengeville colpisce per la ricchezza di riferimenti artistici e culturali, oltre che per la maestria dimostrata dal pittore nella rappresentazione degli elementi naturali distintivi di quel territorio.

[Immagine in apertura: Claude Monet, La Falaise du Petit Ailly à Varengeville, photo by Lorenzo Moreni]