Il pubblico al centro dell’ultima mostra di Daan Roosegaarde

28 Luglio 2019

Daan Roosegaarde, Presence, exhibition view, Groninger Museu, photo by Peter Tahl, courtesy of Roosegaarde Studio

Nella mostra Presence, visitabile fino al 12 gennaio 2020 al Groninger Museum, il ruolo dei visitatori è fondamentale. Esito di tre anni di lavoro, il progetto espositivo messo a punto dall’artista olandese Daan Roosegaarde sembra in un certo “prendere vita” solo grazie alla presenza attiva del pubblico.
Ispirandosi all’arte paesaggistica e ambientale degli anni Sessanta e Settanta, l’autore noto per i suoi innovati interventi nello spazio pubblico che riuniscono design sociale, arte e (bio-)tecnologia, ha scelto in questo caso di mettere i visitatori nella condizione di lasciare tracce temporanee lungo il percorso come fossero “orme”. Attraversando le cinque stanze del circuito, contraddistinte da particolari condizioni di luce e colore, il pubblico si misura con un “paesaggio da sogno” pieno di continue novità e possibilità che incoraggiano la sperimentazione.

Curata da Mark Wilson e Sue-an van der Zijpp, Presence consente di toccare gli oggetti e di muoversi in libertà, proponendo anche stimoli uditivi: la condizione individuale del visitatore varia costantemente, passo dopo passo.
Si tratta di una situazione con cui l’artista desidera incoraggiare una riflessione sulla capacità dell’uomo di imprimere cambiamenti nell’ambiente naturale, consentendo di “toccare con mano” e sperimentare il “peso” della propria presenza fisica e delle singole azioni.
Presence è considerato un progetto pionieristico non solo per Roosegaarde, ma anche per il Museo Groninger, istituzione che con la sua proposta espositiva cerca di ridefinire i confini tra arte, design, moda e tecnologia, favorendo processi di incontro e percorsi ibridi.

[Immagine in apertura: Daan Roosegaarde, Presence, exhibition view, Groninger Museu, photo by Peter Tahl, courtesy of Roosegaarde Studio]