Il Rinascimento parla ebraico, a Ferrara

9 Settembre 2019


Aperto al pubblico da dicembre 2017, il MEIS ‒ Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara è stato istituito allo scopo di porsi “quale testimonianza delle vicende che hanno caratterizzato la bimillenaria presenza ebraica in Italia“. Una mission portata avanti con una pluralità di iniziative, tra cui il percorso espositivo permanente Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni e mostre temporanee.

Si inserisce nel novero di quest’ultima categoria progettuale la rassegna Il Rinascimento parla ebraico, che si avvia alle sue ultime settimane di apertura. Fino al 22 settembre, infatti, sarà ancora possibile conoscere una stagione cruciale dell’identità culturale italiana a partire dai contatti con la comunità ebraica.

Curata da Giulio Busi e Silvana Greco, Il Rinascimento parla ebraico è stata promossa con l’obiettivo di analizzare in profondità gli intrecci culturali avvenuti nel corso di quella complessa fase storica e culturale; allo stesso tempo, intende fare luce su ostacoli, contraddizioni e manifestazioni di intolleranza. La narrazione proposta affianca importanti opere pittoriche in cui sono presenti testi in ebraico – tra queste, la Sacra famiglia e famiglia del Battista di Andrea Mantegna, la Nascita della Vergine di Vittore Carpaccio e la Disputa di Gesù con i dottori del Tempio di Ludovico Mazzolino – con manoscritti miniati ebraici di matrice rinascimentale, come la Guida dei perplessi di Maimonide, del 1349, o l’Arca Santa lignea più antica d’Italia, che torna in Italia da Parigi per questa occasione.

Attraversando l’allestimento progettato dallo studio GTRF di Brescia, sarà possibile cogliere non solo connessioni ed echi di natura artistica e stilistica. Tra gli spunti di riflessione suggeriti, infatti, è stata introdotta anche un’analisi del ruolo degli ebrei nel Rinascimento, in bilico fra integrazione e pregiudizio.

[Immagine in apertura: Andrea Mantegna, La sacra famiglia e famiglia del Battista, Basilica di Sant’Andrea, Mantova Diocesi di Mantova ‒ Photo Antonio Lodigiani]